Ubik
Ubik è un romanzo di Philip K. Dick pubblicato in Italia da Fanucci nel 1999.
Nell’ennesimo futuro creato dallo scrittore americano, lo spionaggio industriale è diventato la regola, tanto che ormai si attua attraverso l’utilizzo di poteri psichicici: telecinetici e telepati cercano di scoprire i nuovi prodotti delle aziende, a loro volta sotto contratto con aziende di “talenti” che li arruolano e li pagano per esercitare le loro capacità.
E ovviamente le aziende, per proteggersi da questi attacchi, cercano di difendersi attraverso gli anti-talenti, esseri in grado di neutralizzare i poteri paranormali. Una delle più importanti agenzie di anti-talento è gestista da Glen Runciter, ed è per lui che lavora un esperto tecnico privo di poteri psi, Joe Chip. La moglie di Runciter, Elia, è morta ma sospesa in quella che viene chiamata semi-vita in un “moratorium” svizzero.
Arruolati in una missione sulla luna, Joe Chip, Glen Runciter e una squadra di inerziali rigorosamente scelta vengono attirati in una trappola, presumibilmente da Ray Hollis per toglierli di mezzo.
Glen Runciter muore, ma Joe Chip e gli inerziali riescono a tornare sulla Terra, ma i loro guai non finiscono: uno alla volta i membri della squadra muoiono, Joe Chip cerca di salvarsi in una sorta di corsa contro il tempo, aiutato dagli improbabili messaggi lasciati da Glen Runciter e da un misterioso prodotto chiamato “Ubik”, una bomboletta in grado di arrestare il misterioso processo di invecchiamento rapido di cui sembrano essere vittime i membri della squadra…
Sebbene sia considerato uno dei migliori romanzi di Dick, a me è sembrato troppo complesso e troppo poco verosimile. Gli avvenimenti si rincorrono in una spirale sempre più veloce e insensata verso l’inutile, incredibile (nel senso di non-credibile) metafisica conclusione.
[…] da “Aforismi di un pazzo“ […]
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