Recensione di Il brigatista di Antonio Iovane
Il brigatista di Antonio Iovane è un romanzo pubblicato da Minimum Fax nel 2019.
Un brigatista rosso viene arrestato durante il festival della poesia sulla spiaggia di Castelporziano nel Luglio 1979. È Jacopo Varega, ricercato da tempo per terrorismo. La sua prigionia però dura molto poco, perché riesce a scappare dall’ospedale in cui è rinchiuso e Roma torna ad essere lo scenario di un’imponente caccia all’uomo come ai tempi del rapimento di Aldo Moro, poco più di un anno prima. A sorpresa però il brigatista contatta una famosa giornalista romana Ornella Gianca, e le concede un’intervista in esclusiva.
Un’intervista che da biografia diventa la storia di una generazione di giovani che ha creduto di poter cambiare il mondo nel decennio che parte con la strage di Piazza Fontana e si concluderà con l’ondata repressiva degli anni Ottanta. La storia di un paese dai toni torbidi e oscuri, non a caso chiamati anni di piombo.
Perché l’atmosfera che si respira, anche in questo romanzo, ha quel colore. Un colore fosco, scuro, buio, dove ogni fatto non è quello che sembra e dove risuonano i colpi di pistola del terrorismo nero e rosso.
Antonio Iovane inventa i protagonisti di questo romanzo e li fa muovere su uno scenario storico credibile ed entusiasmante, di cui si è parlato troppo poco e con cui prima o poi si dovrà fare i conti, per capire un fenomeno che ha sconvolto il nostro paese ormai quarant’anni fa.
La scrittura è scorrevole e piacevole, la lettura non ha mai intoppi ed è interessante e incalzante.
Se forse c’è da fare un appunto è il poco coraggio nel dipingere fino in fondo i personaggi e i fatti reali che hanno caratterizzato quel periodo. Ma è evidentemente l’intenzione dell’autore: preservare quella nebbia color piombo che ha coperto i fatti che vanno dalla strage di Piazza Fontana a quelli della Stazione di Bologna.
Citazioni da Il brigatista
“Anche quando era nuda, si finiva col desiderare di spogliarla ancora”.
“Chi vince piglia tutto, anche le coscienze. La Storia non è la verità dei fatti, ma la legittimazione del presente”.
“La Storia non si scrive coi se, ma la Storia coi se è bellissima”.
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