25 Aprile e Carta da Parati
Io quest’Italia non la capisco più.
O meglio: la capisco, ma non voglio credere dove sta andando e quali altri abissi vuole raggiungere.
Una volta il problema era l’omologazione culturale del ventennio Berlusconi, la televisione, l’abbassamento culturale; prima ancora la Chiesa, la morale bigotta, l’interferenza religiosa in uno stato che si professava laico.
Adesso il problema è il fascismo.
E non così per dire. Salvini oggi non sarà a celebrare il 25 Aprile, andrà a Corleone in Sicilia a sostenere le forze dell’ordine nella lotta alla mafia. Che per lui sostenere significa farsi i selfie con la divisa della polizia. O della DIA, magari. Come se la Lotta alla mafia e celebrare la Liberazione siano due esigenze contrapposte. Ma di fatto il cortocircuito è quello: mettere in conflitto, creare divisioni.
Anche i partigiani comunisti italiani hanno sbagliato, in questo: si sono arrogati l’antifascismo, hanno cercato di mantenerlo vivo come una missione, escludendo di fatto tutti i partigiani che provenivano da esperienze diverse. Ora l’antifascismo sembra un valore fondamentale della sinistra (e di una sinistra un po’ più a sinistra di quella parlamentare, a dire il vero) e di nessun altro. Forse abbiamo confuso l’antifascismo con la rivoluzione.
Perché il 25 Aprile non è una festa divisiva come dicono ai quattro venti: non è destra contro sinistra, ma antifascisti contro fascisti. E il fascismo non è un’opinione, ma un crimine. Che non solo è sancito dalla XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione, ma è anche un reato previsto dall’art. 4 della Legge Scelba del 20 Giugno 1952. Dobbiamo ricordarlo bene. Non dimenticarlo mai. Perché vedere striscioni in Piazzale Loreto che inneggiano a Mussolini è un brivido che corre lungo la spina dorsale della memoria storica.
“Saluti a mani tese ostentati con orgoglio, siamo persi sul sentiero, sul sentiero del nidi di ragno”
Non rendiamo il 25 Aprile una Canzone dell’amore perduto. Il 25 Aprile deve essere una canzone bellissima, da cantare tutti insieme. Sempre. A squarciagola.
“Ora che hanno ricostruito ogni muro caduto, ora che hanno censito ogni sopravvissuto, ora che abbiamo fallito e ogni ribelle e muto, scrivi su carta da parati la canzone dell’amore perduto”
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