7 Dicembre 1968

7 Dicembre 1968

Uova marce e fischi alla prima della Scala a Milano.

Come ogni anno Milano si prepara a inaugurare la stagione teatrale della Scala il 7 Dicembre, giorno di Sant’Ambrogio patrono della città.

In cartellone c’è il Don Carlos di Giuseppe Verdi, diretto da Claudio Abbado e come ogni anno la borghesia milanese si prepara ad entrare in teatro, in smoking e pelliccia.

Il Movimento Studentesco guidato da Mario Capanna si riunisce al di fuori del teatro lirico con verdure e uova marce, e appena cominciano ad arrivare gli spettatori comincia a lanciarle e a bersagliare le pellicce delle «sciure» milanesi.

Il Consiglio di Amminstrazione aveva cercato di smorzare i toni con un comunicato:

«La serata inaugurale della stagione lirica di quest’anno non debba assumere alcun particolare carattere di mondanità, tenuto conto dei recenti lutti che hanno colpito il Paese nel doloroso conflitto di Avola»

Lo scontro con la polizia è inevitabile.

Una contestazione senza precedenti e del tutto inaspettata, che ebbe il grande pregio di portare la protesta di quella sera sulle copertine dei giornali mondiali.

Ovviamente il problema non era il teatro o la Scala in sé, ma quello che simboleggiava. Il pubblico della prima della Scala era (ed è) il simbolo del nuovo potere borghese, quello dei «cumenda» e delle «sciure» e la forza della contestazione sta proprio nel ribaltamento: imbrattare i simboli dell’ostentazione, della bellezza con uova e verdura marcia.

Le contestazioni alla Scala si ripeteranno più o meno ogni anno, ma non con la stessa forza e non con gli stessi meccanismi.

E purtroppo, non con gli stessi successi politici.

La contestazione viene citata anche da Fabrizio De André nella canzone “Coda di Lupo”, anche se l’anno non è il 1968 ma il 1976.

«E forse avevo diciott’anni e non puzzavo più di serpente
Possedevo una spranga un cappello e una fionda
E una notte di gala con un sasso a punta
Uccisi uno smoking e glielo rubai
E al Dio della scala non credere mai»