21 Aprile 1976
Giovanni Theodoli, presidente dell’Unione Petrolifera Italiana, viene ferito dalle FAC, Formazioni Armate Combattenti.
Delle FAC fa parte Adriana Faranda, che poi entrerà nelle Brigate Rosse. Ricorda così l’episodio:
«Giovanni Thedoli abitava in Via Giulia. Anch’io avevo condotto l’inchiesta necessaria all’agguato e avevo annotato tutte le sue abitudini: a che ora usciva di casa, quando rientrava. Andai avanti per settimane, finché il giorno fissato partecipai all’azione: avevo il compito di fare da copertura ravvicinata sull’uomo. Armata di pistola, in caso di necessità, dovevo intervenire in aiuto del compagno incaricato di sparare. Era la primavera del 1976. […] Quella mattina Theodoli uscì presto, come d’abitudine. Salì sulla sua Mercedes e mise in moto. Dopo pochi metri gli facemmo trovare la strada sbarrata. L’auto si fermò. Valerio aprì la portiera sinistra e gli sparò alle gambe con la mitraglietta Skorpion. La stessa arma che venne usata due anni dopo in Via Fani e che in seguito ci portammo dietro quando uscimmo dalle BR. […] Io non esplosi neanche un colpo, ma era la prima volta che partecipavo a un ferimento. La prima volta che la nostra violenza aveva un obiettivo umano. Fino ad allora avevo preso parte solo a qualche rapina che era servita ad autofinanziarci. O ad attentati contro luoghi e strutture. Avevamo sempre sottovalutato l’atrocità che il minacciare qualcuno con la pistola comporta: non avevamo mai voluto considerare il rischio che qualcuno ci potesse lasciare la pelle. […] Il ferimento di Theodoli ebbe su di me un effetto sconvolgente. Qualche notte dopo lo sognai. Era su un autobus, seduto. Completamente vestito di bianco e con le gambe tutte insanguinate. In quell’incubo lui chiedeva sommessamente aiuto, ma nessuno lo soccorreva. Ci misi un po’ per superare lo choc. Mi ripetevo che la violenza era una necessità ineludibile, che per arrivare a cambiare le cose bisognava passare attraverso quella durissima esperienza e accettarla. Che noi eravamo nel giusto e che eravamo legittimati ad odiare e ad agire di conseguenza. Quindi non restava che far presto e attaccare».
Le FAC erano un’organizzazione armata operante nel Centro Italia, con la funzione di cerniera con le Brigate Rosse.
- Silvana Mazzocchi. Nell’anno della Tigre – Storia di Adriana Faranda
Leave a reply
Devi essere connesso per inviare un commento.