Generazione post psichedelica
Queste droghe non ci appartengono. L’hashish è dei nepalesi, degli indiani, che si lanciano in una corsa indiavolata tra filari di canapa, uscendone coperti di sudore e charas. La marijuana è Jamaicana, non viene dal più infimo pusher della periferia di Milano. Non faccio moralismi, io non insegno alla gente come vivere. Dico la mia, in un mondo virtuale che forse è la nostra nuova droga del terzo millennio.
La nostra droga tradizionale è l’alcol.
Ah, dimenticavo, in Italia questa non è droga, nemmeno l’abuso. Le droghe sono un rito per esaudire la loro funzione. E i riti vanno conosciuti, assimilati, prima di compierli, non il contrario come abbiamo fatto noi. Siamo i figli del sessantotto, siamo i figli delle droghe leggere, dell’amore libero e della grande rivoluzione sessuale. Ci ritroviamo a dipendere da piccoli pusher di quartiere al servizio dei grandi narcotrafficanti internazionali, abbiamo un papa che invece di prendere posizione sul preservativo per salvare vite umane dall’aids e dall’abbandono è tornato a un pulpito del ’15-’18. Le figlie di quelle donne che prima bruciavano i reggiseni usano la vagina come merce di scambio, come l’ultima delle prostitute, per fare da motore alla nostra economia e alla loro carriera. Siamo i figli di un mondo che dopo la più grande guerra mai esistita guarda i conflitti in tv come se fosse l’ultima produzione di Hollywood. Fanculo.
Siamo falliti figli di un cambiamento fallito, siamo alla deriva, siamo confusi e spaventati, come ci urla Hank a gran voce. Cerchiamo una via d’uscita in dipendenze sempre più forti. Sempre di più. Sempre di più. E intanto la vita ci scorre via, come il fumo dei braceri di cyloom e narghilè. Ci scivola via, come acqua fresca subito evaporata. Siamo la generazione post psichedelica. E non c’è più nulla di mistico o spirituale nei nostri viaggi anfetaminici. Hoffman ci ha bruciato con la sua bicicletta verde. Lo vediamo correre via, troppo fottutamente sballati per rincorrerlo.
Non dico che fosse giusta la vita, ma quella dell’hippie aveva un senso. Noi il senso ce lo siamo scordati. Noi siamo senza senso. Paradossi viventi. Ossimori. Ombre…
Lucy in the sky with diamonds
The Beatles
4 comments
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Ma il ’68 è stato soffocato presto. I giovani degli anni ’60 sono ora giovani nonni. I loro figli, dove sono?
Noi siamo la generazione di Human Traffic, si aspetta il weekend per cercare di dimenticare come viviamo il resto del nostro tempo. Siamo la generazione dello Stato parallelo, che incentiva i traffici di droga per guadagnare, per sedarci e controllarci, ma che condanna i tossici in tv. Siamo divisi e spaventati, ognuno perso nel suo trip personale. Altro che psichedelia, siamo solo angosciati dall’idea del risveglio..
..Early dawning, sunday morning
It’s just the wasted years so close behind..
Il ’68 non è stato soffocato… E’ stato inglobato, che è pure peggio… Quei giovanni nonni sono diventati schiavi del potere, e sono sempre quelli dagli anni Ottanta… La psichedelia è una forma di controllo, adesso è l’astinenza ad essere rivoluzionaria…
ps Incredibile ma vero: Lou Reed è uno dei pochi eletti psichedelici ad essere giunto ai giorni nostri: lui, Iggy Pop e Mick Jagger…
estasiata. 🙂 è tempo bello leggere qui.
Grazie mille. E’ bello estasiare, qualche volta, almeno per qualcuno… Puoi tornare quando vuoi, non costa nulla e fa piacere scambiarsi opinioni…