La lunga marcia
Credevo in tante cose che col passare del tempo si sono sgretolate sotto il peso della verità; credevo di poter diventare qualcuno, credevo di poter capire il mondo, credevo che la vita mi avrebbe reso felice; credevo in Dio, credevo che ci potesse essere pace, credevo che il senso della vita mi avrebbe fatto sorridere, premo meritato per una ricerca durata millenni e costata fatica e dolore. Eccomi sveglio. Qualcosa non ha funzionato correttamente, forse non doveva nemmeno funzionare per forza. Chi l’ha detto che il mondo doveva essere giusto?E se fosse solo una convinzione che ci siamo fatti per tirare avanti? Eccoci, cinque miliardi di automi che procedono veloci sull’autostrada della vita, credendo di essere felici, credendo di non fingere, credendo di illuderci. Cosa serve per essere felici? Si può essere felici? Convinciamoci che il grande amore esiste. Tutte cazzate, e lo sappiamo benissimo. Affermare il contrario significa solo autodefinirsi ipocriti. Camminare dodici chilometri, al freddo di una notte buia e senza luna, come un percorso catartico verso una vita migliore, una vita libera. Chi non lo fa non lo capisce, è inevitabile. Siamo talmente rinchiusi in una gabbia sistematica e predefinita che fare qualcosa fuori da quegli schemi mentali che il nostro principale educatore, il televisore, ci ha inculcato con forza e determinazione, ci fa sorridere e gridare “Al pazzo!”. E invece muovere un passo dopo l’altro, anche quando i piedi non si sentono più, ma si sentono solo le vesciche che sorgono sulla loro pianta… Mentre le gambe urlano la loro contrarietà, mentre i tuoi occhi guardano i tuoi passi lenti e disperati, per non riconoscere la verità, che fa ancora più male dei muscoli dei nostri polpacci… Che questa cosa è maledettamente sensata. Che è molto più sensata di fare guerre per denaro, di comprare qualcosa solo perchè lo si è visto alla pubblicità, di dannarsi per avere vestiti di marca perchè li hanno tutti e se non li hai non sei nessuno… Ecco l’abisso… Ecco la crepa che fa crollare il gambo di cristallo che affonda nel mare l’Atlantide delle nostre convinzioni più nascoste. La lunga marcia. La lunga marcia della verità. La lunga marcia, completamente diversa dall’autostrada dell’ignoranza, dove gli automi procedono senza chiedersi perchè hanno quel sorriso idiota sulle labbra… Ecco la verità. Il senso della vita? Siamo così sicuri di volerlo sapere? Siamo a malapena capaci di resistere al colpo emotivo che la nostra squadra di calcio ha perso una partita di campionato… Ecco a che punto siamo ridotti. Saremo i figli prediletti di Dio? Siamo solo figli di stupidi scimpanzè e aggressivi babbuini. L’amore ci porterà alla felicità? L’odio ci porta potere. Fanculo anche all’infelicità. Credo che se fossi nato ina una famiglia ricca e senza problemi ora non sarei su questo pc a scrivere. E questa cosa mi fa un pò paura. Vuol dire che chiunque può considerarsi artista. Nessun eletto, nessun profeta. Ma forse anche questo è un bene. Vuol dire che c’è ancora speranza…
Feel the pain
Dinosaur Jr