Recensione de I testamenti di Margaret Atwood
I testamenti è un romanzo di Margaret Atwood pubblicato da Ponte alle Grazie nel 2019.
Autore: Margaret Atwood
ISBN: 9788833312415
Genere: Distopico
Casa Editrice: Ponte alle Grazie
Data di pubblicazione: 2019-09-10
Lingua: Italiano
Formato: Paperback
Pagine: 502
Goodreads
Anobii
I testamenti è l’attesissimo seguito de Il racconto dell’ancella, pubblicato per la prima volta nel 1985. Perché attendere 35 anni per dare un seguito a una storia? Ma è semplicissimo, perché la realizzazione della serie tv ispirata al primo romanzo ha fatto crescere l’attenzione attorno alla storia, e Margaret Atwood aveva già lavorato alla sceneggiatura che andava ben oltre i fatti raccontati dal primo romanzo.
Non voglio essere polemico con Atwood, ma mi fa sempre molto arrabbiare quanto le serie tv possono modificare, anticipare, ritardare o spingere la realizzazione di un romanzo (o forse sono soltanto scottato dalla terribile esperienza delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, di cui sto aspettando da quasi 10 anni il sesto libro).
Questo attesissimo libro delude? Direi di no. Nonostante non sia perfetto soprattutto nella costruzione dell’intreccio e della trama è un ottimo romanzo, ben scritto e con i soliti interessantissimi contenuti di un mondo distopico in cui le donne sono destinate quasi unicamente allo scopo riproduttivo.
Buona parte di questo secondo capitolo si svolge in Canada, ancora libero dalla dittatura religiosa della Repubblica di Gilead, e ci viene mostrato un interessante contrasto, nonostante non sia un mondo così perfetto come quello che credevamo nel primo libro.
La scrittura è scorrevole e piacevole, gli espedienti narrativi sono interessanti anche se non particolarmente originali e il romanzo si legge tutto di un fiato. I contenuti fanno riflettere e ci costringono a pensare alla nostra vita e al modo in cui la nostra società maschilista tratta le donne. Siamo davvero così lontani dalla Repubblica di Gilead?
Citazioni da I testamenti
“«Nessuno vuole morire» disse Becka. «Ma c’è chi non vuole vivere in nessuno dei modi consentiti»”.
“Gli innocenti che negano la propria colpa parlano esattamente come i colpevoli, di cero lo avrai notato, mio lettore. Chi li ascolta tende a non credere né agli uni né agli altri”.
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