Recensione di Un bravo ragazzo di Giampaolo Morelli
Un bravo ragazzo: Storia di un giovane prestigiatore erotomane dislessico è un romanzo di Giampaolo Morelli pubblicato da Fazi nel 2011.
Ero molto curioso di leggere questo romanzo, perché adoro Giampaolo Morelli nell’Ispettore Coliandro. Riesce ad interpretare in modo molto intelligente un personaggio un po’ stupido e sicuramente molto ignorante.
Poi la prefazione di Lucarelli aiutava ad aumentare un attimo le aspettative. Vero che i due hanno lavorato insieme per parecchio tempo e magari si tratta di un favore…
Forse avevo soltanto le aspettative troppo alte.
Il romanzo di Morelli parla di Raimondo, un sedicenne come tanti: timido, insicuro, un po’ sfigato. Parecchio sfigato, a dire il vero, tanto che il suo sogno è fare il prestigiatore, il mago. Tanto da innamorarsi perdutamente e con la forza dei sedicianni della più bella della scuola, Claudia. Tanto da non andare nemmeno bene a scuola. Tanto che tutti i suoi amici sono più spigliati ed estroversi di lui.
La scrittura è buona e piacevole, il libro scorre fino alla fine in modo molto morbido, senza scossoni, con un senso di empatia con il protagonista e con le sue sfighe. Protagonista credibile anche se un po’ caricato, un po’ estremizzato nelle caratteristiche dell’archetipo dell’adolescente sfigato.
Quello che manca in questo romanzo credo sia un po’ di originalità. Dal Giovane Holden a Jack Frusciante passando per la tristezza e la banalità di Federico Moccia e le migliaia di serie tv realizzate con attori troppo grandi per la parte, credo che l’adolescenza sia già stata trattata in tutte le salse e in qualsiasi modo. L’unica novità è che qui il protagonista fa il mago.
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