Sostiene Pereira

Sostiene Pereira è un romanzo di Antonio Tabucchi pubblicato da Feltrinelli nel 1996.
1938, Lisbona, piena dittatura salazarista; Pereira è un giornalista portoghese. E’ sovrappeso, vedovo, abitudinario, cardiopatico, cattolico, ed ha una vita monotona e tranquilla. Dopo decine di anni di esperienza come giornalista di cronaca, gli viene affidata la gestione in autonomia della pagina culturale di un nuovo piccolo giornale della sera, il Lisboa. Mentre è nella redazione distaccata, una stanzetta afosa lontana dal giornale vero e proprio, legge un articolo sulla morte. Gli viene in mente che potrebbe aprire una rubrica di necrologi di grandi scrittori e decide di contattare uno degli autori citati nell’articolo, che si è appena laureato con una tesi proprio sulla morte. Conosce così Francesco Monteiro Rossi, neolaureato e a quanto pare antifascista. Scoprirà ben presto che gli articoli del ragazzo saranno impubblicabili, e anche che la sua indifferenza verso la politica sarà scossa e lo porterà a riconsiderare la sua posizione di neutralità.
Il romanzo è uno dei capisaldi della nostra letteratura moderna, e devo dire a ragione. L’avevo letto alle superiori e non lo ricordavo molto bene; la ripetizione di “sostiene” o “sostiene Pereira” all’interno del testo ci dice che il punto di vista è quello del protagonista, in una sorta di racconto orale poi scritto dall’autore; questa caratteristica non appesantisce la lettura ma la rende ciclica e piacevole, a tratti divertente.
I personaggi sono interessanti e credibili, li sentiamo vicini al nostro tempo, soprattutto il protagonista: Pereira è un perfetto essere umano dei nostri tempi indifferenti; una brava persona, senza colpe, ma che non riesce ad interessarsi a nulla se non ad una accademica cultura fine a se stessa; che è abitudinario e spesso triste, che sta sprecando la sua vita, vivendo ogni giorno come se fosse la ripetizione dello stesso infinito giorno.
Citazioni da “Sostiene Pereira”
“La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità”.
“L’opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassioni, gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell’opinione pubblica, noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda”.
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