Recensione di Elevation di Stephen King
Elevation è un romanzo di Stephen King pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2019.
Elevation è un romanzo di 194 pagine. Che già per Stephen King è qualcosa di altamente atipico. E spesso deludente (mi viene in mente Colorado Kid, non esattamente il suo migliore romanzo).
Questo Elevation invece mi ha incredibilmente stupito. Ricorda molto Sleeping Beauties, almeno negli intenti. Qui invece del maschilismo viene preso in esame il pregiudizio sulle coppie omosessuali in una piccola cittadina del Maine che ha già fatto da ambientazione a molti lavori di King: Castle Rock.
L’incipit del romanzo è sovrannaturale, tipicamente Kinghiano: a Scott Carey sta succedendo qualcosa di incomprensibile, sta perdendo peso ma senza perdere massa. Il suo aspetto fisico non cambia di una virgola, ma il display della sua bilancia elettronica dice che da qualche mese perde regolarmente mezzo chilo di peso indipendentemente da quello che mangi.
E sembra un processo irreversibile.
Nel frattempo nella sua Castle Rock una coppia di donne, una coppia di donne sposate, ha aperto un ristorante. Che pochissime persone frequentano, e che sembra destinato a fallire entro un anno. Scott, prima di raggiungere il peso zero, decide che può almeno cercare di cambiare le cose nella sua piccola cittadina, ed eliminare il pregiudizio.
Ci sono alcuni limiti, certo. Come già in Sleeping Beauties, del resto. Il mantenimento di alcuni stereotipi (l’uomo cavaliere che salva le donne dal pericolo, le persone discriminate spinose e difficili da trattare sono solo un paio di esempi) rimane, è vero. Ma come già per il romanzo scritto con il figlio devo dire che il fatto che uno scrittore della fama di Stephen King decida di dedicarsi a temi così sociali sia un ottimo segno. Un segnale di resistenza, negli Stati Uniti di Trump. Soprattutto da parte di uno che si è sempre definito repubblicano.
Tra l’altro il romanzo ha una dolcezza, una leggerezza, che King non ha mai avuto. Una leggerezza. Elevation.