12 Febbraio 1946

12 Febbraio 1946

Il veterano dell’esercito statunitense Isaac Woodard viene aggredito brutalmente da un agente di polizia del South Carolina, tanto da perdere la vista a entrambi gli occhi. 

L’aggressione avviene soltanto poche ore dopo il congedo dell’uomo, tanto che Isaac Woodard è ancora in divisa quando viene attaccato dal poliziotto mentre stra aspettando l’autobus che lo porterà a casa.

L’attacco e le ferite dell’ex militare scatenano la condanna nazionale e danno nuova linfa al movimento per i diritti civili negli USA.

L’aggressione lascia Woodard completamente cieco per sempre. Vista la riluttanza della legge del South Carolina a seguire il caso, il presidente Harry S. Truman ordina un processo federale: l’agente viene giudicato da una corte federale nel South Carolina, la cui giuria è composta da soli bianchi.

12 Febbraio 1944

12 Febbraio 1944

Il piroscafo Oria, con a bordo circa 4200 soldati italiani prigionieri dei tedeschi, naufraga nei pressi dell’isola di Patroklou in Grecia. Si salvano in 37.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e gli eventi della campagna del Dodecaneso, i tedeschi decidono di trasferire le decine di migliaia di prigionieri dall’isola di Rodi, via mare, verso il continente nei campi di prigionia nazisti. Questi trasferimenti vengono effettuati usando spesso carrette del mare, navi commerciali non di tipo “passeggeri”, stipando i prigionieri nelle stive oltre ogni limite consentito, e senza nessuna norma di sicurezza. Diverse navi affondano, per attacco degli Alleati o per incidente, con la morte di circa 15000 soldati.

L’Oria è tra le navi scelte per il trasporto dei prigionieri italiani. L’11 febbraio del 1944 parte da Rodi scortata dalle torpediniere TA 16, TA 17 e TA 19, diretto al Pireo con a bordo 4046 militari internati (43 ufficiali, 118 sottufficiali, 3885 soldati), 90 tedeschi di guardia o di passaggio, e l’equipaggio, ma l’indomani, colto da una tempesta, naufraga dopo essersi infranto contro l’isolotto di Patroclo (nota anche come Gaidaronisi, isola degli asini), presso Capo Sunio (chiamato anche Capo Colonne o Capo Colonna per i resti di diciannove colonne credute del tempio di Minerva).

I soccorsi, ostacolati dalle pessime condizioni meteorolgiche e giunti pertanto il giorno seguente all’incidente, consentiranno di salvare solo 37 italiani, 6 tedeschi, 1 greco, 5 uomini dell’equipaggio, incluso il comandante Bearne Rasmussen e il primo ufficiale di macchina. Tutti gli altri perderanno la vita.

Il comandante Rasmussen non era d’accordo ad intraprendere la navigazione, sia per le pessime condizioni meteorologiche ma anche perché era arrivata la notizia che pochi giorni prima, a Creta, nella baia di Suda, un altro piroscafo, il Petrella, era stato silurato dal sommergibile britannico HMS Sportsman, causando oltre 2500 morti fra i 4000 militari italiani che stava trasportando.

I cadaveri di circa 250 naufraghi, trascinati sulla costa dal fortunale e sepolti in fosse comuni dalla popolazione locale, verranno traslati, al termine della guerra, nei piccoli cimiteri dei paesi della costa pugliese e, successivamente, nel Sacrario dei caduti d’Oltremare di Bari.

I resti degli altri rimangono tutt’oggi sepolti in quelle stesse acque, nonostante che, nel 1955, i resti del relitto vennero smontati per recuperarne il ferro.

Nel 1999, il sommozzatore greco Aristotelis Zervoudis individuerà la posizione di quanto rimaneva del relitto dell’Oria, organizzando una serie di spedizioni subacquee di rilevanza tale da spingere il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, a nominarlo nel 2017 cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, una delle più elevate onorificenze che possa essere concessa dalla Stato Italiano ad un cittadino straniero.

Il 12 febbraio del 2014 è stato inaugurato, nel tratto di costa prospiciente all’isolotto di Patroclo, nei pressi di Capo Sunio, un monumento, costruito grazie alla disponibilità delle autorità locali elleniche che hanno sostenuto il desiderio della cosiddetta “Rete dei familiari dei dispersi nel naufragio del piroscafo Oria”. Da allora, ogni anno si svolge, su iniziativa delle autorità locali ed in cooperazione con quelle diplomatiche italiane, una cerimonia di commemorazione, alla quale partecipano autorità civili e religiose oltre a delegazioni delle altre rappresentanze diplomatiche straniere accreditate in Grecia.