Dalla mente di na1ke
Mi hanno detto di credere in Dio, solo perchè era giusto farlo. Non mi hanno fornito alcuna motivazione, eppure io ho creduto in Dio.
Ma dov’era questo Dio quando il mio sangue bagnava l’asfalto? Dov’era Dio quando il mio corpo e la mia mente si riempivano di cicatrici?
Io non lo so, so solo che da quel giorno non ho più creduto in Dio.
Mi avevano detto che io ero la Sua immagine perfetta. Ma se veramente Dio avesse questi occhi pieni di ira avrebbe già ammazzato tutti noi da un pezzo.
Mi hanno detto di amare, perchè non c’è nulla di più importante dell’amore.
Ma io non riuscivo a capire cosa fosse, se non prima di scopare a 14anni, per scoprire veramente cosa significasse amare. Dopo mi hanno chiamato bambino e immaturo.
Da allora ho rinnegato l’amore.
Mi hanno detto di combattere, perchè non si otterrà mai niente senza lasciare del sangue a splendere al sole, senza sacrificare qualche vittima per un obiettivo comune.
E dov’erano loro che comandavano quando la gente che mi stava accanto, la gente che amavo, cadeva morta ai miei piedi?
Dov’erano loro quando io, ferito, lottavo senza tregua contro una morte che avrebbe portato solo disperazione?
Io non lo so, so solo che da quel giorno non ho più combattuto.
Mi hanno detto di credere in qualunque cosa, mi hanno detto che esistevano i fantasmi e la Befana, che Babbo Natale è un uomo vecchio che vive al Polo Nord e che quando ti cade un dente, il topolino dei denti ti lascia i soldi sotto il cuscino.
Ma gli unici fantasmi che ho visto sono quelli del mio passato, e nè la Befana nè Babbo Natale mi hanno mai regalato qualcosa: e nemmeno il topolino dei soldi ha mai cacciato un euro per quelli che mi erano caduti perchè ne avevo prese troppe.
Ho smesso di credere a quello che non potevo vedere.
Mi hanno detto che le droghe non devono essere usate, perchè è solo un modo provvisorio per sfuggire dalla realtà, che arriva e se ne va in un istante.
Ma io mi sono drogato proprio perchè cercavo una via di fuga da questa realtà fittizia, e siccome durava un attimo, dovevo drogarmi ancora e ancora per andarmene finalmente da qui. Che motivi avevano i miei educatori per vietarmelo?
Io non so, so solo che gli ho disubbidito e che continuo a drogarmi.
Il tempo passa, e la mia rabbia mi spinge a combattere, sempre. E mi piace. Perchè c’è qualcosa per cui combattere: me stesso. Mi ricordo di tutte quelle persone che sono morte per aver lottato per un obiettivo in cui credevano in tutte loro stesse…
Per cui erano disposte a morire…
Ho iniziato a credere in un nuovo regno di dei: me stesso e le persone che avevano e hanno condiviso tutto con me.
Ho iniziato ad amare me stesso, e come conseguenza ho imparato ad amare, ed ora amo chi merita di essere amato.
Ho continuato a combattere, per consegnare a mio figlio un mondo in cui non si debba crescere come sono cresciuto io.
Ho creduto in qualunque cosa, a patto che fosse una persona con la stessa rabbia che avevo io negli occhi a chiedermelo.
Ho continuato a drogarmi, perchè la realtà non è cambiata.
E, sebbene li ami ancora,
HO RINNEGATO CHI MI HA EDUCATO.
(1) Naike è, per gli indiani d’America, un guerriero leggendario che li avrebbe liberati dal dominio dell’uomo bianco.