Vite in gabbia
“Ci si sente sempre un pò presi in trappola dalla vita…”
E’ questa sensazione di non poter fare nulla, che mi uccide. Questa impotenza terribile. Mi sento un vecchio leone in gabbia, molto più senile dei miei vent’anni. Mi toglie la voglia di fare, di uscire di divertirmi. Una tigre che continua a girare in circolo, fermandosi solo ad osservare le sbarre della gabbia che mi imprigiona, con odio. E la cosa terribile è che non so che cos’è la gabbia. Non so esattamente cosa mi tiene prigioniero. Posso chiamarla “sistema“, “lavoro“, “P2“, “Stato deviato“, “Fascismo“… Tanto un nome vale l’altro. La cosa importate è che io veda la mia gabbia. E che, giorno dopo giorno, lotti per evadere.
Sono l’Andy Dufresne del III Millennio. Shawshank non potrà resistermi…
Free as a bird
The Beatles
Secondo me invece è necessario sapere cos’è la “gabbia” ..almeno per sapere dove andare, una volta uscito! In fondo abbiamo tutti un po’ paura di scoprire di essere già stati “istituzionalizzati”..
Quale ansia e timore sarebbe, appena fuggiti dalla gabbia in cui ci hanno rinchiuso per anni, scoprire di essere finiti all’interno di un’altra gabbia ancora più grande… Sarebbe bello saperlo, già, che cosa ci imprigiona. Ma se lo sapessimo, non saremmo liberi?!?!?
No, conoscere il carceriere non è evasione.. conoscerlo,corromperlo ed usarlo per la nostra libertà lo sarebbe.. esattamente come Andy Dufresne..
In realtà anche conoscere chi o cosa ci imprigiona non ci porterebbe a nulla. Bisognerebbe ucciderlo, o renderlo innocuo. O conoscerlo e trovargli i punti deboli, per arrivare ad una via di fuga attraverso chilometri e chilometri di merda… Ma è inutile illudersi. Se combattiamo da soli le sbarre di questa gabbia resteranno esattamente dove sono.