Parole in disordine
Parole in disordine è un romanzo di Alena Graedon pubblicato in Italia da Bompiani nel 2015.
Parole in disordine è stata una piacevole sorpresa. Mi aveva colpito la sinossi, anche se poteva essere una banalità incredibile. Beh, decisamente non lo è stata.
In un mondo molto vicino al nostro la gente ha dimenticato il linguaggio. Non esistono più libri o riviste, ma “contenuti” scambiati su internet attraverso dei dispositivi chiamati Meme, smartphone molto più piccoli e integrati ai bisogni dell’utente. Quando un virus informatico intacca i Meme e soprattutto il nuovo modello “Nautilus”, il virus informatico diventa anche virus biologico, la “Febbre Verbale” che causa afasia, nausea, vomito e febbre e che porta alla morte.
In un mondo nel caos, dove li linguaggio si sfalda e nemmeno le testate giornalistiche riescono a fare informazione perché piene di persone afasiche, soltanto i libri e il silenzio potranno essere una soluzione.
Il romanzo è scritto molto bene. Ha un ottimo ritmo, legando questa interessante distopia alla scomparsa di Doug Johnson, lessicografo direttore del Dizionario Nord Americano in Lingua Inglese, e ci fa leggere queste 507 pagine con piacere e interesse.
Ha due narratori, che si alternano nei vari capitoli (contrassegnati non da numeri ma da parole con la relativa definizione, espediente geniale molto funzionale alla vicenda trattata), che sono Anana Johnson, la figlia del lessicografo scomparso, e Bart, braccio destro di Doug. Entrambi cercano il lessicografo, entrambi vengono coinvolti nella strana epidemia di febbre verbale, ed entrambi fanno di tutto per sopravvivere, anche se per diverse motivazioni.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e credibili, e le descrizioni dei luoghi non sono mai pesanti ma particolareggiate.
Da segnalare anche diversi dettagli stilistici, di cui il più geniale ed evidente è la febbre verbale di Bart, che comincia a scrivere utilizzando via via parole sempre più incomprensibili mentre la vicenda avanza; espediente che a tratti rende difficile la lettura ma che ha il grandissimo pregio di calarci come non mai nella vicenda.
Davvero una piacevole sorpresa, questo “Parole in disordine”. Un capolavoro, con l’unica pecca di un finale forse troppo strascicato e una storia d’amore banale che fa da sottofondo ad una vicenda originalissima e interessante.
Citazioni da “Parole in disordine”
“Ho imparato che le parole ci trascinano nel tempo. Sono portali verso altre menti. Senza le parole, cosa ci rimane? Abitudini incomprensibili. Rituali strani. Cuori ossidati. Senza le parole siamo orfani della Storia. Le nostre vite e i nostri pensieri vengono cancellati”
“Se c’è qualcosa che desideri davvero nella vita, soprattutto se c’è qualcosa che ti spaventa o che non ti fa sentire all’altezza, devi perseguirla fino in fondo. E farlo adesso. O fra non molto tempo, ti ritroverai ad aver ragione: non ne sarai all’altezza”
“Le parole sono leggende viventi, rigonfie di significato. Noi le leghiamo l’una all’altra per costruire dei racconti, ma in realtà sono di per sé dei racconti, in grado di racchiudere storie vivide e complesse”
“Ecco il nostro bel mondo nuovo: fuggire è impossibile. Non esistono posti dove possiamo essere lasciati in pace. Nemmeno dentro la nostra mente”
“Come nazione, abbiamo praticato la produzione di massa prima della seconda guerra mondiale. Credevamo che lo spreco si sarebbe trasformato magicamente in benessere. Che se avessimo creato abbastanza beni usa e getta, avremmo rinvigorito il consumismo. E per un po’ ha funzionato. Ma c’è un piccolo e sporco segreto: le risorse sono limitate. A forza di consumare indiscriminatamente, non rimarrà più nulla. Anche il linguaggio. Non possiamo coniare una parola, usarla una volta e buttarla via. Il linguaggio è soltanto la perdita più recente. Siamo sempre convinti che le risorse siano infinite, anche mentre le stiamo esaurendo. Non solo il petrolio, l’oro, il ghiaccio polare e l’acqua, la larghezza di banda, ora persino i nostri pensieri e i nostri ricordi sono diventati usa e getta”
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