Recensione di Hadriaticum di Pio Bianchini
Recensione di Hadriaticum di Pio Bianchini, pubblicato da Augh! Edizioni nel Maggio del 2017.
Hadriaticum è un romanzo storico, e nelle intenzioni dell’autore Pio Bianchini c’è l’obiettivo di partire da alcuni documenti ufficiali sull’area marchigiana per descriverci questa storia del XIII secolo di pirati slavi al tempo dello splendore della Repubblica di Venezia.
L’idea mi sembrava buona, anche se l’inizio del romanzo non sono riuscito proprio a comprenderlo. Perché c’è un prologo alla narrazione, in cui un personaggio insieme alla sua fidanzata ha uno strano senso di deja vu vedendo alcune rovine nelle Marche; prologo che continua con uno storico dei giorni nostri che trova i documenti da cui ha origine tutta la storia.
Anche l’inizio della storia ambientata nel XIII secolo mi ha lasciato un po’ perplesso; ci sono un centinaio di pagine che ci raccontano la storia della nonna e della madre di due personaggi del romanzo, Lunardo e Marin. La narrazione qui è pesante, ma sembra necessaria perché così conosciamo le origini dei nostri protagonisti…
Solo che i due gemelli non sono i protagonisti.
Il vero protagonista è Siniša, pirata di Almissa e capitano di una sagitta che cerca prede nel Mar Mediterraneo.
Da qui il romanzo è abbastanza buono, la narrazione procede spedita ed è interessante lo sviluppo della trama.
Solo che siamo a metà romanzo, e la prima parte è scritta peggio e assolutamente non necessaria alla comprensione della trama.
Il registro utilizzato è aulico, in linea con i fatti raccontati; ci sono espressioni del veneziano antico, presumo ci siano documenti affidabili da cui trae origine tutta la vicenda… Ma non mi pare sufficiente.
I romanzi storici che ho letto, come quelli di Umberto Eco e di Wu Ming, sembrano catapultarci nell’epoca di cui parlano: ci trasportano indietro nel tempo permettendoci di essere testimoni di eventi di cui avevamo sentito parlare solo nei libri di storia, anche se svuotati di ogni passione e di ogni interesse.
Pio Bianchini non mi pare essere riuscito in questo intento. Mancano descrizioni più approfondite dei luoghi, del vestiario, dell’ambiente in cui si muovono i suoi personaggi. Personaggi che a loro volta non sono così profondi da essere credibili… Restano fantasmi da libri di storia, solo un po’ più corporei, che si muovono tra le ombre di un’epoca passata che l’autore cerca di rendere attuale ma che riesce soltanto a dipingere in bianco e nero.
Mancano i colori, manca la profondità in questa narrazione.
Qualche traccia di sessismo qua e là, che può starci visto il periodo in cui è ambientato il romanzo ma che non ci sta assolutamente nelle parti di prologo ed epilogo quando torniamo ai giorni nostri.
L’autore di Hadriaticum, Pio Bianchini
Pio Bianchini nasce a Bologna nel 1957.
Dopo il liceo classico, lascia l’università a pochi esami dalla laurea in Giurisprudenza e diventa imprenditore nel settore immobiliare. Romagnolo e grande appassionato di trekking e mountain bike, studia la storia dei luoghi che visita e la genealogia delle famiglie che li hanno abitati.
Ha già pubblicato, nel 2012, “La leggenda di Ca’ Battaglia”, che ha partecipato ai premi letterari Città di Cattolica e Montefiore, dove ha ricevuto una menzione di merito e un premio e, nel 2015, “Petra Rubea”, vincitore “Prix Spécial Associations Culturelles” al World Literary Prize 2015 di Parigi e finalista al Premio Michelangelo Buonarroti 2016.
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