Signore e signori buonanotte
Signore e signori buonanotte è un film satirico del 1976 diretto e sceneggiato dalla Cooperativa 15 Maggio, un insieme di registi e sceneggiatori tra i più celebri dell’epoca: Age, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli e Ettore Scola.
E’ ovviamente un film a episodi, collegati dalla trama: una giornata qualsiasi di una fittizia televisione di Stato, i cui programmi (gli episodi) sono collegati dal TG3, telegiornale condotto da Paolo T.Fiume (Marcello Mastroianni).
Una lingua per tutti / La lezione di inglese
L’idea di una sorta di televisione didattica, con qualche grossa particolarità: l’insegnate mostra le parti del corpo nominandole con il loro nome in inglese, comprese seno e sedere. La stessa “insegnante” poi si sposta in una sorta di situazione con un alunno… Che si trasforma in un attentato della CIA davanti ad un’ambasciata…
La bomba
Diretto da Mario Monicelli, è un telefilm. Un commissariato di polizia viene fatto evacuare (dopo numerosi minuti dalla scoperta della bomba) con il forte sospetto di un attentato dinamitardo; quando l’artificiere scopre che la bomba non è altro che una sveglia dimenticata da un’anziana in una borsetta, la polizia non si lascia sfuggire l’occasione: per fomentare l’opinione pubblica a lottare contro gli estremismi (chiaro riferimento alle Brigate Rosse) una bomba autentica viene messa nella stazione…
Trittico napoletano
Sinite parvuolos: una sorta di film inchiesta ambientato a Napoli: dopo un’omelia del vescovo che premia le famiglie numerose condannando l’aborto ed esaltando la sacralità della vita, un bambino, costretto a lavorare per mantenere gli otto fratelli e la madre inferma, attraversa Napoli tra i suoi mille problemi e torna a casa per trovare ancora da fare a badare alla casa finendo per suicidarsi
Mangiamo i bambini: dopo il documentario viene interpellato il famoso sociologo Schmidt, che per risolvere il problema della sovrappopolazione propone di rendere reale la feroce satira di Jonathan Swift (Una modesta proposta) facendo mangiare ai ricchi i bambini poveri.
Paolo T. Fiume conduce un talk show con gli ultimi amministratori della città partenopea, curiosamente tutti con lo stesso cognome (Lo Bove). Di fronte alle accuse mosse dai telespettatori i quattro si insultano a vicenda e difendono il loro operato in toni sempre più accesi, finendo a mangiarsi la ricostruzione della città di Napoli che stava sul tavolo che li divideva.
Il generale in ritirata
Durante una parata militare non si trova più un generale che deve guidare la sfilata: il generale (Ugo Tognazzi) è seduto sulla tazza di un water ad espletare impegnativi bisogni fisici: il malfunzionamento dello sciacquone provoca una serie di disavventure che culmineranno con il suicidio del militare con la sua pistola d’ordinanza, seduto sul cesso e sporco di merda.
L’ispettore Tuttumpezzo
Dovrebbe essere la televisione per ragazzi, ma l’Ispettore Tuttumpezzo non mi piego e non mi spezzo (Vittorio Gassman), in missione per arrestare un commendatore accusato di corruzione, si piega pian piano al potere non solo fino al fallimento del suo mandato, ma anche all’umiliazione di vedere sostuita la sua duivisa con quella del cameriere.
Il personaggio del giorno – Poco per vivere, troppo per morire
Un reportage giornalistico sulla vita di tutti i giorni di un pensionato, Menelao Guardabassi (un Ugo Tognazzi da oscar), che spiega la sua sopravvivenza quotidiana vivendo con £ 32.000 al mese. Sempre in bilico tra il divertente e la tristezza più profonda (emblematica la scala espressiva di Tognazzi al sentire la parola “filetto”, dalla gioia alla disperazione in 15 secondi attraversando tutti gli stadi intermedi), con la rabbia sempre sul fondo che però, come spesso succede alla maggior parte degli Italiani, non riesce mai ad affiorare del tutto. (“Io non mi lamento… Però qualche volta mi incazzo”)
Il Disgraziometro
E’ un quiz a premi che fa il verso al Rischiatutto di Mike Bongiorno, in cui il presentatore (Paolo Villaggio) invita il pubblico al grido di “Malinconia!” e in cui a vincere è chi riesce a provare di aver avuto le peggiori disgrazie. Sembra quasi un anticipo della televisione di oggi, in cui solo il dolore e la tristezza (sempre degli altri…) riescono a fare audience.
Il Santo Soglio
Sceneggiato che si rifà storicamente alla vicenda di Papa Sisto V, in cui uno dei cardinali per 10 anni di finge moribondo per essere eletto come Papa di transizione nel duro conflitto tra altri due candidati, il Piazza-Colonna e il Canareggio. Una storia interessante, con un buon Nino Manfredi e una storia conturbante tra Chiesa e Potere.
La cerimonia delle cariatidi / Il salone delle cariatidi.
All’inaugurazione dell'”Anno Pregiudiziario” i massimi rappresentanti dello Stato e della Chiesa (tra cui il presidente Giovanni Leone e il papa Paolo VI) si scatenano nella tarantella, sulle note di Funiculì funiculà.
Se poi ci aggiungete che nella colonna sonora del film viene ripresa anche la parte strumentale de “Lo stambecco ferito” di Antonello Venditti e Lucio Dalla…
Un film altalenante che, nonostante sia stato bistrattato più volte dalla critica (un Gassman e un Mastroianni sottotono) è secondo me uno dei film più significativi sulla politica italiana… Di oggi. Perchè se allora poteva essere troppo gonfiato, troppo forzato… Adesso, quasi quarant’anni dopo, è semplicemente perfetto. Tipo che se il presidente fosse ancora lui ci sarebbero state un sacco di persone cacciate con l’editto di Sofia.
L’Italia ha bisogno di film come questo. Soprattutto adesso, così pericolosamente sull’orlo del baratro. Ma chi rimane? Non lamentiamoci. Qualche volta… Almeno qualche volta… Incazziamoci. O siamo già oltre il baratro. Signore e signori, buonanotte.
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