17 Maggio 1973
Strage della Questura di Milano.
Davanti alla Questura di Milano, al termine di una cerimonia commemorativa in ricordo del commissario Luigi Calabresi cui ha partecipato il ministro dell’Interno Mariano Rumor, il terrorista Gianfranco Bertoli lancia una bomba che provoca la morte di 4 persone e 52 feriti.
Solo dopo si scoprirà che lo scoppio era stato causato da una bomba a mano.
L’attentatore si proclama anarchico, ma emergeranno collegamenti di Bertoli con il Sifar, con gruppi neofascisti, e un suo lungo soggiorno in Israele.
Dichiarò più volte che il vero scopo del suo attentato era l’eliminazione del Ministro Rumor, la cui uccisione avrebbe vendicato gli anarchici perseguitati. Movente che lascia qualche dubbio, visto che la bomba a mano viene lanciata in mezzo alla folla soltanto quando Rumor se n’è andato.
Non solo: «Tra il 1964 e il 1965 Bertoli ha lavorato a Marghera in uno stabilimento della Montecatini, e mostrava in fabbrica la sua tessera del movimento Pace e libertà (il provocatorio sodalizio di Sogno e Cavallo)…
A Padova tentò una rapina nell’ottobre 1970 e poi se ne andò all’estero con un passaporto falso intestato a un marxista-leninista di Bergamo che fin dal 1968 aveva denunciato lo smarrimento del proprio passaporto.
A Bertoli il documento fu fornito da un tale Aldo Bonomi, di Sondrio, ritenuto ora appartenente alle Brigate rosse»
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