Rio
Rio è un libro di Niky D’Attoma pubblicato dalla Ensemble Edizioni nel 2015.
Dico libro e non romanzo perché come dice Bianca Maria Bruno nella prefazione:
“Rio non è un romanzo, non è un testo teatrale. È un genere misto a cui manca un nome. Didascalie, note di regia, dialoghi e monologhi.”
In effetti Rio non è un romanzo classico. Non è una poesia di 96 pagine (anche se secondo me ne è la descrizione migliore). Non è un testo teatrale.
La narrazione è ambientata in un futuro lontanissimo (l’anno trentamila), che più che una data è un indicazione. L’ambientazione è una città sull’oceano, con un porto e un muro costruito per tenere lontano i migranti. I personaggi sono 4: J il Ricordatore, un essere che ricorda le vite degli altri; Perla, che non ricorda nulla della sua esistenza e vuole ritrovarla; Varud, un medico che perde di consistenza; Jamelia, nera albina che vede il futuro.
Forse ho letto questo “romanzo” nel periodo sbagliato. Erano appena cominciate le vacanze e avrei dovuto optare per qualcosa di più leggero. Perché non l’ho apprezzato fino in fondo, è stato difficile arrivare alla fine e mi ha dato una sensazione di pesantezza che in realtà il “romanzo” non merita. Perché sì, la scrittura è difficile da seguire, ma non una difficoltà dovuta a mancanze dell’autore, ma proprio alla sua profondità e alla sua proprietà di linguaggio. Ogni parola importante e ben incastrata, scordatevi di divorare le pagine.
Citazioni da “Rio”
“Spesso la memoria è la verità senza parole per dirla”
“Io aspetto un linguaggio che verrà nel futuro, che comprenderanno tutti. Una lingua fatta di maree, appesa alle nuvole, all’acqua, alle rotte dei cetacei, degli uccelli”
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