26 Gennaio 1971
A Lainate (Milano), alcuni ordigni incendiari provocano la distruzione di tre autocarri sulla pista di collaudo dei pneumatici Pirelli.
Oltre ai tre autocarri OM distrutti altri tre non prendono fuoco solo per caso.
Il volantino di rivendicazione delle Brigate Rosse cita:
«Continueremo con forme di lotta più avanzate sulla strada già intrapresa: attacco alla produzione, molto danno per il padrone, poca spesa per noi. E su questa strada abbiamo già cominciato a muovere i primi passi. Lunedì notte 26 gennaio, sulla pista prova-pneumatici di Lainate, tre camion di Pirelli sono bruciati, 20 milioni andati in fumo! Da un punto di vista “tecnico”, questa azione non è stata eccellente, e altri cinque camion sono rimasti indenni. Ma sbagliando si impara, e la prossima volta sapremo far meglio…».
Lo spettacolare attentato incendiario di Lainate ha una notevole eco sulla stampa nazionale. Il giornale “Lotta continua”, periodico dell’omonimo gruppo di estrema sinistra, esprime forti critiche, e adombra la possibilità che gli attentati brigatisti siano oscure provocazioni:
«Azioni come quelle delle BR vanno ad alimentare il disegno di provocazione antioperaia portato avanti da padroni, fascisti e polizia, dando oggettivamente una mano alla politica padronale degli opposti estremismi…
Attività come quelle delle Br e gruppi simili sono un ostacolo alla crescita dell’autonomia proletaria, e dal proletariato e dalle avanguardie rivoluzionarie saranno isolate».
Si saprà poi che nella preparazione degli attentati incendiari di Lainate, i brigatisti sono stati aiutati dal sindacalista socialista “Raffaele”, confidente dell’Ufficio politico della Questura di Milano.
All’ingresso della pista viene lasciato un foglio con la scritta: “DELLA-TORRE-CONTRATTO-TAGLI DELLA PAGA-MAC MAHON-BRIGATE ROSSE”.
Il «Corriere della Sera» dedica all’episodio un articolo a cinque colonne in cui, forse per la prima volta, le BR vengono definite «fantomatica organizzazione extraparlamentare».
Da parte sua, «l’Unità», che fino a quel momento aveva ignorato tutti gli episodi precedenti, minimizza e “condanna”, scrivendo fra l’altro:
«Chi lo ha compiuto, pur mascherandosi dietro anonimi volantini con fraseologia rivoluzionaria, agisce per conto di chi, come lo stesso Pirelli, è interessato a far apparire agli occhi dell’opinione pubblica la responsabile lotta dei lavoratori per il rinnovo del contratto come una serie di atti teppistici.
Un comunicato del PCI s’incarica poi di catechizzare gli operai sul comportamento da tenere con questi “provocatori”: «Quando questi atti avvengono i lavoratori devono per primi prendere la iniziativa di toglierli di mezzo con le maniere più idonee corrispondenti alla natura degli atti compiuti».
Più sobrio l’atteggiamento politico delle organizzazioni sindacali, che liquidano le azioni delle BR come «sparate provocatorie di pretto stile fascista».
E gli operai? Gli operai approvano il clamoroso botto di Lainate, così come avevano salutato soddisfatti i precedenti arrosti di vetture padronali.
Testi
- Sergio Flamigni, La sfinge delle Brigate Rosse. Delitti, segreti e bugie del capo terrorista Mario Moretti.
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
- Pino Casamassima, Il libro nero delle Brigate Rosse
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