Alcatraz
Alcatraz – Un dj nel braccio della morte è un libro che raccoglie le trascrizioni della prima stagione della trasmissione radiofonica andata in onda dall’Ottobre 1999 al Maggio del 2000 su Radio Rai 2, poi trasposta nel programma televisivo omonimo andato in onda su Rai Due con la partecipazione di Francesca Neri e la voce di Roberto Pedicini.
Oltre alle trascrizioni, in calce ad ogni puntata ci sono i giorni che mancano all’esecuzione del protagonista.
Jack Folla è un italiano nato da padre romano e madre statiunitense, che negli Stati Uniti è stato rinchiuso in una cella 3×2 di una prigione che viene chiamata Alcatraz come topos della prigione, in attesa dell’esecuzione sulla sedia elettrica. Non ci è dato di sapere quale fosse il reato che ha meritato la condanna a morte.
Jack Folla trasmette direttamente dal braccio della morte e oltre a promuovere la musica della sua vita ci regala aforismi che fanno riflettere sulla vita di tutti i giorni, sulla realtà sociale e sugli avvenimenti di cronaca che accadono in Italia in quel periodo.
Sono molto affezionato a questo libro, forse perché una delle cose che mi ha aperto gli occhi sulla vita e mi ha dato l’impulso a scrivere è stato proprio il programma televisivo di Rai Due quando avevo quattordici anni.
Citazioni da “Alcatraz – Un dj nel braccio della morte”
“La carezza è un ponte tra due abissi di solitudine. Perché il cielo e la terra passeranno, ma certe carezze non passeranno mai”
“Vi vogliono spenti perché non gli conviene che illuminiate questa interminabile notte del mondo. Siete scomodi con i vostri perché del cazzo. Vi tengono buoni facendovi consumare di tutto, così il faro diventa sempre più fioco finché la luce si spegne.”
“Diffido di tutte le scorciatoie, di tutte le soluzioni facili, mi puzzano come il vostro consenso che è stato troppo precipitoso e troppo immediato. C’è qualcosa che non va. Qualcosa che non è andato per il verso giusto, perché io mi sento più solo di quando ho cominciato e tutti voi siete meno liberi di prima.”
“Ad Alcatraz non c’è niente di carino. Noi non siamo carini, siamo incazzati perché stiamo morendo senza aver vissuto quasi nulla”
“La ragione della tristezza e della rabbia della gente è che da voi non esiste il rispetto per la persona umana. La stampa, la pubblicità, la televisione, la politica, la magistratura, sono tutti poteri che dialogano tra di loro, sulle vostre teste. Poteri che si strusciano, si sgomitano e si fanno l’occhietto. E` questo che vi fa incazzare. Voi siete lo Stato. Invece lo subite. Giorni fa, via satellite, ho dato un’occhiata a uno dei vostri varietà. Neanche in Nicaragua, fratelli, o a Telemozambico. Quiz immondi, trucchi, tette siliconate, battute di quarta, stronzate immani, e sempre le stesse facce che ci tormentano e ci addormentano dall’infanzia. Facce che saltano da un canale all’altro, da un anno all’altro, rifilandovi cartigieniche e madonnine che piangono, romanzi e colla per dentiere, che v’impongono i loro figli i quali s’affacciano da monitor più piccoli, e noi paghiamo famiglie intere di facce di gomma, di pupazzi convinti di rappresentarci, di lavorare per noi, di farci “di-ver-ti-re”. Ah. Ah. Ah. Questi non hanno ancora capito che è finito il dopoguerra, la cioccolata e le amlire. Che sono zombie. Che voi li tollerate perché siete dei grandi democratici abituati ad essere invasi e occupati da secoli. Dagli austriaci, dai tedeschi, dagli angloamericani, perfino dagli svizzeri in Vaticano. E ora siete occupati da questi centurioni del video. Li guardate, vi fanno quasi pena, così li applaudite un po’, un po’ di meno ogni anno.”
“Ogni secondo di vita in più è un secondo di morte in meno”
“Nessun bambino ha mai sognato di diventare un assicuratore da grande”
“Io sono incazzato, io sono molto incazzato.
Io sono così incazzato che mi sta per schiattare il cuore.
Ma non per la mia situazione o per la vita
che mi ha portato dall’Italia in America e dall’America
ad Alcatraz. Perché sono un italiano di quarant’anni.
E da quando ho l’età della ragione il mio destino è stato
[deviato.
Per esempio dai servizi segreti deviati. O dalla P2.
C’era un mio compagno di scuola nella P2. E un altro
stava nelle Brigate Rosse. E tutti e due
cercavano di deviarmi il destino.
Ma chi c’è riuscito davvero è stato un terzo. Il segreto.
Io la odio questa parola: segreto. Va bene?
Perché io e la mia generazione
abbiamo visto la gente morire per nulla, cazzo.
“Segreto.”Sull’Italicus, a Ustica,
alla stazione di Bologna. “Segreto. ”
Io voglio la verità, quale segreto?
La verità su tutte le stragi di Stato,
sui rapporti mafia-politica e anche su Mani Pulite
perché siete riusciti a sporcarmi anche quelle,
e allora esigo la verità: una.
Perché l’ho pagata vent’anni,
vent’anni di vita deviati da voi, vent’anni
che potevano essere diversi per tutti noi, per tutti.
Vent’anni, Cristo, che fate come vi pare. Segreto!
Politici, giornalisti, imprenditori. Segreti!
Con tutti gli errori della mia generazione,
con tutti i buchi delle nostre braccia,
con tutti gli errori di tutte le dittature,
(e in mancanza di un’idea migliore)
sappiate che è ancora e sempre più forte
l’ideale della speranza
che l’ideale dei vostri segreti di merda.”“Se voi giovani non foste inimmaginabili non sareste giovani”
“Dell’America di Frank Sinatra sapevo tutto, c’ero cresciuto tra uno spinello e un pop corn. Ma a Blade Runner non ero preparato. Non puoi fare a botte con i replicanti. Ce le prendi”
“Se vivi sempre con i neon sparati vedi solo quello che vogliono loro”
“E’ che a un certo punto la mia generazione ha smarrito la bussola e tutte le altre sono cadute come tessere del domino”
“Innocenti si diventa”
“Vedi, ragazza, questi uomini li chiamano disturbati. Se non possono avere tutto vogliono il nulla. Se non sono amati si fanno odiare. Sono gli uomini che conoscono, come i bambini e i poeti, l’arte di essere infelici. Non hanno invidie, tranne una, per i belli e mediocri, quelli alti con gli occhi azzurri che ti fanno ridere, ti divertono e che, per una sera, non ti fanno pensare.”
“Non sono all’altezza delle vostre speranze, io sono solo al livello delle vostre delusioni”
“Due sono i modi che hanno i mediocri per eliminarci. Uno, il più gettonato: tagliarci le gambe. Due: farci diventare famosi per rincoglionirci con la vanità. Il secondo non ha funzionato, ora aspettati il primo. I mediocri hanno scarsa fantasia.”
“Credevamo a tutto “fino in fondo”. Alla prima ragazza, all’amico inseparabile, a un’ideologia, a un gruppo, allo scrittore preferito, a un film, o a una dichiarazione del telegiornale. Poi fioccano le prime smentite. Il tuo primo amore non era esattamente quello che pensavi, quell’ideologia non ti basta più, e la dichiarazione del telegiornale è stata smentita da un’altra e poi smentita un’altra volta. E tu hai cominciato a perdere colpi, vero fratello? A diffidare di tutto e di tutti. A farti una corazza che ormai pesa come una portaerei. Hai mascherato le reazioni alle tue prime sconfitte – il dolore, il pianto, la rabbia – con finte reazioni, per non farti più ferire. Mai più. Invece di piangere hai menato. Invece di soffrire, hai fatto soffrire. Invece di ammettere “ho paura” hai detto “affanculo”. Bene. Bravo. Bis. Ma allora, che cos’è che non va? E a me lo chiedi? A un condannato a morte? A un mostro, all’assassino, alla testa da tagliare per eccellenza?”
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