Recensione di Vietato obbedire di Concetto Vecchio
Vietato obbedire è un saggio di Concetto Vecchio pubblicato da BUR Biblioteca Universale Rizzoli nel 2005.
Vietato obbedire è un saggio di Concetto Vecchio (ebbene sì, è il suo nome vero) che racconta la nascita e i primi anni della Libera Facoltà di Sociologia di Trento, un posto che ha assunto con il tempo caratteri mitici e che ha profondamente cambiato la visione dell’università in Italia.
Perché oltre ad essere stato un serbatoio in cui si è sviluppata la protesta studentesca del ’68 e da dove sono usciti alcune tra le figure più politicamente interessanti degli anni settanta (come Margherita Cagol e Renato Curcio, fondatori delle BR, e Mauro Rostagno, tra i fondatori di Lotta Continua) è stato anche un modo profondamente diverso di concepire l’insegnamento e l’educazione universitaria.
Concetto Vecchio scrive in modo molto fluido e scorrevole, e per un saggio di questo tipo non è un giudizio comune. La storia viene raccontata con ricchezza di particolari, la narrazione è ben costruita e sono presenti numerosi elementi di contesto come musica o film dell’epoca che aiutano ad immedesimare il lettore, a farlo sprofondare in uno dei più stimolanti periodi storici dell’Italia del Novecento.
La storia è ben documentata ed esposta in maniera molto obiettiva, anche se credo che l’interesse per un periodo come questo derivi da una connotazione politica ben definita.
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