Il signore degli anelli
Credo che recensire in qualunque modo un libro come Il signore degli Anelli di Tolkien sia impossibile. Anche farne un riassunto è perfettamente impossibile. Mi limiterò ai fatti.
John R.R. Tolkien scrive i tre volumi che compongono Il signore degli Anelli (La compagnia dell’Anello, Le due torri e Il ritorno del Re) tra il 1939 e il 1949, e riesce a pubblicarli tutti tra il 1954 e il 1955.
Questi volumi sono il seguito cronologico de Lo Hobbit, ma hanno poco a vedere con il primo lavoro del padre del fantasy: attingono a piene mani dal corpus mitologico, geografico e storico che Tolkien ha elaborato per tutta la vita (corpus raccolto ne Il Silmarillion), e ne sono la rappresentazione perfetta. Protagonista dei tre libri è Frodo Baggins, nipote di Bilbo che aveva viaggiato con i nani ne Lo Hobbit. No, scusate, non è vero. Il protagonista della storia è Aragorn, prima vagabondo evitato da tutti e poi Re di tutti gli uomin. O Gandalf, lo stregone grigio che aumenta la sua forza fino a diventare lo stregone bianco. O l’amicizia tra il nano Gimli e l’elfo Legolas. Oppure Smeagol/Gollum, che attraversa tutta la terra di mezzo per recuperare l’Unico Anello, fonte di potere immenso e unico manufatto in grado di controllare tutti gli altri anelli del potere. Il protagonista è Sam Gamgee. Dannazione.
Un libro incredibile, che ha donato alla Gran Bretagna un mondo di storie che non aveva mai posseduto; al di là del ciclo bretone (di origine comunque francese) la tradizione inglese non era in forma scritta e si è per la maggior parte persa; al di la della bellezza o meno della storia (incredibilmente fantastica, fidatevi), Tolkien ha l’indiscusso merito di avere inventato un mondo dal quale ancora oggi sceneggiatori, scrittori e fumettisti attingono a piene mani. Elfi ed Orchi, Nani e stregoni, un mondo magico che assomiglia incredibilmente al nostro, come se fosse il mondo della porta accanto, oppure il nostro mondo dell’altro ieri.
Anche i temi affrontati da questo migliaio di pagine sono innumerevoli: la speranza, l’umilità, l’arroganza, il viaggio, il dolore della perdita, la natura contro la tecnologia…
Come fare una recensione? Impossibile. Se siete interessati leggetevi la pagina di Wikipedia. O forse è meglio leggere direttamente il libro. Ci sono talmente tante cose che circondano Il signore degli Anelli che prima dovete leggervi il libro, e poi, se avete scoperto un mondo di cui vi siete innamorati e che volete a tutti i costi conoscere, leggere tutte le migliaia di pagine scritte da appassionati sulla sua interpretazione e comprensione.
Citazioni da “Il signore degli Anelli”
“Non vi è infatti segno più evidente della potenza dell’Oscuro Signore: l’inimicizia che separa coloro che ancora lo combattono”
“Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per i Cavalieri di Rohan, gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca ad ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d’Oro quanto nella propria dimora”
“Si giunge al mattino soltanto attraverso le ombre”
“Egli sapeva in fin dei conti di non essere abbastanza grande per portare un simile fardello, anche se le visioni non fossero state esclusivamente ingannevoli illusioni. Il piccolo giardino di un libero giardiniere era tutto ciò di cui aveva bisogno, e non un giardino ingigantito alle dimensioni di un reame; aveva bisogno di adoperare le proprie mani, e non di comandare le mani altrui”
“Mai è una parola lunga persino per me, disse Barbalbero”
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