15 Luglio 1971
L’automobile di Raffaele Artoni dell’MSI viene distrutta a Milano dalle Brigate Rosse.
I bersagli delle BR non sono più solo le automobili dei dirigenti di fabbrica, ma anche quelle dei neofascisti.
In un comunicato di rivendicazione le BR spiegano perché: il «fascista Artoni detto Lele» sarebbe tra i responsabili dell’incendio «della macchina del compagno Marra del PCI» avvenuto «la notte fra il 25 e il 26 giugno».
Il «compagno Marra del PCI» è un personaggio sintomatico dell’ambiguità delle BR e della loro storia. Paracadutista addestratosi in Toscana e in Sardegna all’uso di armi e esplosivi, in contatto con ambienti neofascisti e apparati di sicurezza, Francesco Marra si è da poco iscritto al PCI quale “referenza” per poter entrare nelle BR; infatti giustifica i suoi trascorsi di parà e la sua abilità militare affermando di essersi arruolato nell’esercito e addestrato militarmente proprio su incarico del PCI.
Le residue diffidenze dei brigatisti nei suoi riguardi vengono superate appunto la notte tra il 25 e il 26 giugno, quando l’automobile di Marra viene distrutta: la responsabilità viene attribuita a un attentato fascista, e ciò provoca la ritorsione brigatista ai danni di Artoni. Così, nel giro di pochi mesi, il sedicente «compagno Marra» verrà reclutato nelle BR col nome di battaglia di “Rocco”, e per alcuni anni, fra un attentato e l’altro (compreso, come si vedrà, il sequestro Sossi), farà l’informatore del commissariato Musocco, mantenendo rapporti anche con il brigadiere dei carabinieri Pietro Atzori.
L’azione viene rivendicata dalle Brigate Rosse con un comunicato diffuso il 19 Luglio 1971, ma datato 14 Luglio 1971 (l’azione quindi ha dovuto essere probabilmente ritardata di 24 ore).
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