Harry Potter and the cursed child
“Harry Potter and the cursed child” è la sceneggiatura di uno spettacolo teatrale di Jack Thorn and John Tiffany basato su una nuova storia di J.K. Rowling e pubblicato in Inghilterra da Little Brown il 31 Luglio 2016.
Ok. Esce Harry Potter 8. O così almeno ci raccontano. Certo, parte tutto dalla sceneggiatura per una rappresentazione teatrale, ma J.K. Rowling ci mette le mani e lo rende più leggibile e coerente. Questo è sempre quello che ci dicono.
Comincio a leggere questo romanzo con ansia. Credevo che Harry Potter fosse finito, che la saga fosse completa, ma poi esce il seguito! Ho provato più o meno le stesse sensazioni con “La leggenda del vento” di Stephen King, spin-off della Torre Nera.
Direi che in entrambi i casi ho provato delusione. Ma con Harry Potter è quasi tristezza. Già da quando apro il libro. Non è altro che un copione teatrale, con pochissimi intermezzi che descrivono le scene; soltanto il nome del personaggio con la sua battuta. E la trama è incredibilmente banale e poco costruita. Non voglio spoilerare niente a nessuno (anche se visto quanto questo libro ha fatto parlare di sé ormai le persone interessate si sono già fatte un’idea), ma quando si comincia una storia con i viaggi nel tempo bisogna progettarla bene, prestare molta attenzione ai dettagli e al fatto che alla fine debbano chiudersi tutti in un cerchio perfetto. E la Rowling l’aveva già fatto in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, restringendo il viaggio nel tempo a qualche ora e riuscendo a chiuderlo in modo elegante e completo, quindi sapeva delle difficoltà a cui stava andando incontro. L’unico esempio che mi viene in mente di viaggio nel tempo completo e in cui tutto torna è la trilogia di Ritorno al Futuro. Con queste premesse, la trama poteva essere completa e chiara? No. Decisamente no. I viaggi nel tempo in questa storia sono banali come i personaggi.
I personaggi sono malamente costruiti e sono solo un’ombra di quelli a cui siamo abituati: Albus Severus Potter è la nemesi di Harry Potter, ma in realtà finisce esattamente come il padre che tanto non riesce a capire; Harry Potter è l’ombra di sé stesso, il ragazzo che ha sconfitto Voldemort con l’amore non è capace di accettare un figlio leggermente diverso? Ron è diventato una macchietta che compare soltanto per fare battute ridicole e inutili, e Hermione Granger, che a 16 anni è una strega incredibile e impareggiabile, diventa un Ministro della Magia all’altezza di Caramell?
“Harry Potter and the cursed child” è niente più che un’operazione di marketing: agli sceneggiatori dell’opera teatrale conviene portare uno spettacolo del genere a teatro perché avranno sempre il tutto esaurito con la popolarità del mago con la saetta in fronte; alla Rowling conviene perché firmandolo guadagna i diritti d’autore su altre milioni di copie. Nessuna critica per questo, i soldi sono soldi, ma non si può chiedere ad un lettore di accettare una cosa come questa. Di apprezzarla. Hanno riscaldato la saga di Harry Potter in un minestrone scialbo e senza sapore. Che ha il sapore della birra calda.
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[…] timore, perché il progetto ha tutta l’aria di essere una trovata pubblicitaria come “Harry Potter and the cursed child“, ovvero un modo per fare tanti soldi distruggendo una storia che era già di per sé […]