La sfera del buio

La sfera del buio è un romanzo di Stephen King pubblicato nel 1998 da Sperling & Kupfer, quarto volume della saga della Torre Nera.
Siamo nel 1998. In Italia arriva “La sfera del buio”, pubblicato l’anno prima negli USA. Sono passati 28 anni dalla stesura de “L’ultimo cavaliere”, il primo libro della saga. Per me ne sono passati 5, da quando ho letto il primo libro della saga (per me è stato “Terre desolate“).
Allora non c’era internet, una mattina in cui dovevo andare a scuola me lo sono trovato davanti sullo scaffale della libreria. Grande la gioia. Vorace la lettura.
Si, perché dopo 28 anni e migliaia di pagine, del protagonista della Torre Nera non si sa ancora nulla. Qualche episodio del suo passato (come l’adulterio di sua madre, o la sua prova di maturità), subito liquidato da “Il mondo è andato avanti”, che troviamo spesso nella saga. Sembra la risposta a tutto. Ma per molti lettori, me compreso, non lo è.
In questo libro ci si siede accanto al fuoco da bivacco, in una notte infinita e senza tempo sotto le stelle, tra le macchine abbandonate dell’autostrada che lascia Topeka (Kansas), l’estate dopo la superinfluenza che ha distrutto l’umanità de “L’ombra dello Scorpione”.
Ci si siede e si ascolta Roland di Gilead, quest’uomo senza età, questo straniero senza nome alla Sergio Leone che ci racconta di alcuni mesi della sua adolescenza, a Meijs (che suona come Messico, e l’ambientazione è proprio simile).
Ci racconta del suo primo amore, Susan ragazza alla finestra, e della sua prima impresa come pistolero.
E noi restiamo rapiti ad ascoltarlo, a leggerlo. Per noi è necessario ascoltare, per capire quest’eroe romantico, contraddittorio.
Citazioni da “La sfera del buio”
“Prima che il mondo andasse avanti, la luna piena di Finedanno su chiamava Luna Demone e guardarla direttamente era ritenuto principio di sventure.
Ora però aveva poca importanza. Ora c’erano demoni dappertutto”“Chi ricorda le pene e la dolcezza di quegli anni? Rammentiamo il nostro primo vero amore non più chiaramente delle allucinazioni che ci fanno delirare per una febbre alta”
“Così gli amanti si congiunsero nella Baronia di Mejis, sul finire dell’ultima grande era, e il verde del muschio nel punto dove si congiungevano le cosce di lei si tinse del rosso vermiglio della sua verginità perduta; così si congiunsero e così furono perduti loro stessi”
“L’amore vero, come tutte le droghe forti e che danno dipendenza è noioso. Svelato il mistero del primo incontro e della scoperta, i baci diventano presto insipidi e le carezze tediose… Salvo naturalmente per coloro che si scambiano carezze mentre intorno a loro tutti i suoni e i colori del mondo diventano più vivi e intensi. Come tutte le droghe forti, il vero primo amore è interessante solo per coloro che ne sono prigionieri. E, come per tutte le droghe forti e che danno assuefazione, il primo vero amore è pericoloso”
“Erano drogati, ottenebrati dall’amore, e per loro ogni cicatrice sulla faccia del mondo era un elemento ornamentale”
“Così incrociamo i fantasmi che ci perseguiteranno negli anni futuri; siedono insignificanti ai bordi della strada come poveri mendicanti e, dovessimo accorgerci di loro, li scorgiamo solo con la coda dell’occhio. La possibilità che fossero lì ad aspettare proprio noi raramente ci attraversa i pensieri. Invece aspettano e quando siamo passati raccolgono i loro fagotti di ricordi e si incamminano sulle nostre orme e piano piano, metro dopo metro, guadagnano terreno”
“I despoti avevano la tendenza molto opportunistica di dimenticarsi le proprie promesse”
“Il tempo è una faccia sull’acqua”
“Spesso le voci che più somigliano alla tua, quando ti parlano nella mente, sono quelle degli estranei più terribili, dei più pericolosi intrusi”
“Questo è Rombo di Tuono, dove le lancette degli orologi girano al contrario e le tombe vomitano i loro morti”
3 comments
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Si, questo è un capolavoro.
Anche se il vero amore non è tanto quello che svela i colori del mondo quanto quello che fa dimenticare quanto sia scomodo amarsi tra muschio ed erba..
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