Recensione di La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker
La verità sul caso Harry Quebert è un romanzo di Joël Dicker pubblicato da Bompiani nel 2013.
Marcus Goldman è uno scrittore che ha fatto il grande salto nel successo con il suo primo libro. Sotto contratto per altri 4 romanzi trova molte difficoltà nel cominciare a scrivere il secondo; sempre più vicino alla scadenza della consegna sale il panico e da New York decide di andare a rifugiarsi ad Aurora, nel New Hampshire, dove vive il suo mentore Harry Quebert, scrittore di fama mondiale e suo professore all’università.
Mentre Marcus cerca di affrontare il suo blocco dello scrittore, nel giardino della casa di Harry Quebert viene scoperto il cadavere di Nora Kellergan, una ragazzina di 15 anni scomparsa nel 1975, sepolta insieme al manoscritto originale de “L’origine del male“, il romanzo più famoso di Quebert. Si scopre che lui e la ragazzina avevano avuto una relazione, e lo scrittore sembra essere il colpevole perfetto.
Distrutto dall’opinione pubblica, l’unica speranza di Harry Quebert è il libro inchiesta che il suo pupillo Marcus Goldman comincia a scrivere sulle vicende di molti anni prima legate a Nora Kellergan e al piccolo paese di Aurora.
Il romanzo non è sicuramente uno dei libri che ti cambia la vita, ma lo stile di scrittura di Joël Dicker è molto scorrevole e la trama è molto ben costruita: ci si mangia le pagine una dopo l’altra, cercando il colpevole insieme al protagonista. Le cose sono sempre più complicate che a una prima occhiata, i personaggi vengono ben approfonditi e tutte le persone legate alla scomparsa di Nora Kellergan sono molto diverse da come appaiono.
Interessante anche lo stratagemma narrativo di numerare i capitoli al contrario, stratagemma che si comprende soltanto appena prima del finale.
Tutti gli elementi che possono aiutare a risolvere il mistero, dispersi all’inizio della storia, si riuniscono piano piano fino a completare il puzzle, e in fondo è quello che si chiede ad un romanzo di questo tipo.