31 Agosto 1974
Renato Curcio e Mario Moretti incontrano Silvano Girotto, detto “Frate Mitra”.
L’operazione di infiltrazione nelle Br di Silvano Girotto, cominciata dai carabinieri del generale Dalla Chiesa durante il sequestro Sossi, entra nel vivo a luglio 1974. “Frate mitra”, presentato dalla stampa come ex guerrigliero in America latina, attraverso successivi e ripetuti contatti (con l’avvocato Riccardo Borgna, col filo-Br Enrico Levati, e con l’ex partigiano Giambattista Lazagna), riesce a agganciare il vertice brigatista.
Il colloquio avviene in un’osteria di montagna, dopo essersi dati appuntamento nuovamente alla stazione di Pinerolo.
Girotto afferma che il secondo compagno (Mario Moretti, Curcio era già stato incontrato dal provocatore il 28 Luglio 1974) «fece uno sproloquio sulla storia delle BR, dimostrando una notevole cultura anche politica, una forte decisione, una carica di mistica accentuata e un forte odio: ricordo che parlò di pistole che quando le avevano in mano sparavano da sole, tanto erano carichi d’odio».
In quell’incontro, dice il provocatore, gli viene descritta l’intera struttura interna dell’organizzazione:
«Dissero che c’erano “poli” e “fronti”. I “poli” erano zone geografiche: Torino-Genova-Marghera-Roma eccetera; in ciascun “polo” c’erano vari “fronti” di combattimento e precisamente tre: un “fronte” di massa (incaricato della propaganda, del reclutamento e del contatto con gli operai); un “fronte” della controrivoluzione che curava l’attacco ai fascisti (fecero l’esempio di Sogno); ed un “fronte” logistico, formato in pratica da quelli che rubano. In ogni “polo”, precisarono inoltre, si agisce sulla base delle colonne che includono: brigate, vale a dire piccoli gruppi di operai inseriti nelle fabbriche, che pensano a bruciare le auto, pestare e schedare; logistici, cioè i militari clandestini, incaricati delle azioni di maggior rilievo come rapine e simili».
Racconterà Curcio:
«Il successo di immagine ottenuto [col sequestro Sossi] ci fece arrivare valanghe di richieste di adesione alle BR… In quel clima di euforia e di baldanza ricevetti da ambienti sindacali di fabbrica insistenti richieste di stabilire un contatto con Girotto. Il quale, nelle interviste, non si limitava a vantare le sue esperienze di frate guerrigliero in Sud America, ma lasciava trapelare un’esplicita ammirazione per la nostra organizzazione…
Consultai gli altri. Margherita, confermando il suo sottile intuito, era decisamente diffidente: secondo lei c’era puzza di bruciato e incontrare Girotto poteva essere pericoloso. Franceschini era esitante. Io, francamente, non percepii nulla di sospetto. Decidemmo che avrei visto Girotto assieme a Moretti, in modo che anche lui potesse rendersi conto di che tipo era».
Racconterà Franceschini:
«Renato e Mario tornarono [dall’incontro con Girotto del 31 agosto] entusiasti, dissero di aver conosciuto un vero guerrigliero che avrebbe portato nelle BR, direttamente, l’esperienza dei tupamaros. Ma né io né Mara [Cagol] eravamo convinti. Ci sembrava personaggio troppo in vista e esibizionista per diventare un buon brigatista, ma dopo il resoconto di Mario anch’io diedi il mio assenso al reclutamento di Girotto: se Renato, in genere, si lasciava sedurre dalle persone che conosceva e quindi i suoi giudizi dovevano essere presi con le pinze, Mario era più freddo, diffidente… Fu il suo [di Moretti, ndr] parere positivo a convincermi. Mara, invece, restò contraria, continuava a ripetere che quell’ex frate non era persona affidabile, ma senza fornircene nessuna prova; per lei era solo una questione di istinto».
Girotto ricorderà così quell’incontro:
«Stavolta c’era un altro dei capi, Mario Moretti, tipo dalle idee più radicali, soprattutto sul tema della violenza armata: “Siamo così carichi d’odio che le nostre pistole sparano da sole” affermava. Mi proposero di farmi carico della formazione militare di tutti i brigatisti, “perché ogni volta che impugniamo un’arma rischiamo di spararci sui piedi”. La cosa mi parve interessante: con quel ruolo avrei avuto in mano l’intera organizzazione, comprese le basi operative e le armi. Un colpo da cui non si sarebbero certo ripresi»
E davanti alla Commissione parlamentare stragi, Girotto dirà:
«Curcio era un uomo più politico con una carica umana diversa e con un carisma notevole. Era quindi un personaggio che, pur nella decisione fanatica di procedere per quella strada, rimaneva comunque più umano dell’altro e più marcatamente intellettuale. Moretti era invece un fanatico che pensava soprattutto all’aspetto militare, di analisi politica ne faceva poca e inoltre parlava per slogan dichiarando che era ora di finirla e che era il momento di iniziare la guerra generalizzata e di elevare il livello dello scontro di classe, quindi utilizzava una fraseologia di questo tipo»
I carabinieri hanno fotografato tutti e tre gli incontri di “Frate mitra” con Curcio a Pinerolo: quello del 28 Luglio (cui ha partecipato Casaletti); quello del 31 Agosto (cui ha partecipato Moretti); e l’ultimo dell’8 settembre (dove Curcio era accompagnato da Franceschini), poco prima dell’arresto.
Ma tra le foto trasmesse dai carabinieri alla magistratura di Torino, mancano quelle con l’immagine di Moretti che partecipa al secondo incontro. «Girotto ha confermato che a identificare Moretti quale accompagnatore di Curcio nell’incontro del 31 agosto a Pinerolo fu il capitano Gustavo Pignero del Nucleo speciale di polizia giudiziaria dei carabinieri di Torino. Dunque i carabinieri – in base a quanto ha affermato Girotto – sapevano del latitante Moretti e ne conoscevano l’attività nelle BR; molto probabilmente possedevano anche sue fotografie. Ma niente venne riferito all’autorità giudiziaria, sottraendo di fatto Moretti alla cattura».
Dunque, non solo Moretti il 31 agosto 1974 ha di nuovo evitato la cattura, ma la sua presenza a Pinerolo viene taciuta all’autorità giudiziaria.
Nel fascicolo processuale verranno incluse tutte le altre foto scattate durante i vari incontri, salvo quelle che ritraggono Moretti, e dalla numerazione dei negativi risulteranno alcuni tagli di pellicola.ù
In mancanza della prova fotografica, Moretti giudiziariamente risulterà estraneo alla vicenda di Pinerolo.
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