Prima degli esami
Quando sento ai tg che parlano di Esami di Maturità provo un sentimento di invidia.
Saranno gli anni che passano (e dalla mia Maturità ne sono già passati otto), sarà la mancanza di stimoli che questa quotidianità mi fornisce.
Quegli impegni di studio che sembravano stressanti adesso mi fanno ridere.
Eppure non era un periodo facile. Soffrivo di insonnia da quasi un anno, e l’insonnia è una gran brutta bestia. Il sistema scolastico italiano faceva schifo (faceva schifo già allora, con il tempo non può che essere peggiorato) e combinato al dormire da due ore a notte (quando andava bene) al non dormire per giorni e giorni (quando andava male) mi spingeva poco a scuola. Bruciavo in continuazione, mentre i miei compagni sviluppavano problemi di trigonometria io ero da Iaio (bar del Carmine che adesso ha chiuso, perchè sono sempre i migliori quelli che se ne vanno) a bere birra e a leggere Bukowski e Baudelaire, a commentare le notizie del giorno con la Manu, a giocare improponibili partite a scacchi con universitari già sulla via dell’abbandono. Era un periodo strano: difficile per molti versi, eppure un sacco stimolante. Quella era la mia scuola, se la maturità l’avessero fatta su quello sarei uscito con la lode. Invece a Giugno e a Luglio mi hanno esaminato su una scuola che odiavo, che non insegnava nulla né a me né ai miei compagni. Sono partiti da una pagella assurda (media del 7 e mezzo con un 2 in matematica, un 3 in fisica e un 5 in astronomia), hanno cercato di bocciarmi per insegnarmi che le regole di un sistema vanno accettate, non evitate. Alla fine ho vinto io: un onesto 61, che non mi rendeva giustizia ma che andava benissimo per quello che avevo fatto.
E i miei compagni di classe, che a distanza di qualche anno non ricordano nulla di cultura generale, che sono usciti con 100, con 100 e lode, con 87, con 75.
Io, che con il mio 61 discuto di politica con cognizione di causa, conosco la storia, la filosofia, la letteratura italiana, francese, inglese e latina, agli occhi del sistema sono un fallito, un ignorante. Ma loro non sanno che ad averla vinta sono stati i libri che ho letto mentre loro insegnavano annoiati, senza passione.
La scuola italiana statale fa schifo perchè i professori che dovrebbero educarti sono dei falliti che avrebbero voluto fare altro. Matematici che sognavano di dimostrare l’ipotesi di Riehman costretti ad insegnare le disequazioni di secondo grando a un branco di figli di papà annoiati; scrittori falliti finiti a spiegare le poesie di Cesare Pavese come se fossero delle cavie su un tavolo operatorio asettico, senza passione, senza amore, senza alcuna conseguenza.
La scuola italiana fa schifo perchè fa passare la passione di insegnare agli insegnanti.
La scuola italiana fa schifo, perchè il Settembre dopo la maturità nessuno si ricorda più nulla di quello che avrebbe dovuto apprendere.
La scuola italiana fa schifo perchè non ti insegna a vivere.
Io vi invidio, maturandi. Ma solo se in qualche modo siete riusciti ad imparare a vivere, se leggete i libri che vi fanno crescere e non “Il Piacere” di D’Annunzio. Se non perdete ore ad imparare a memoria quello che c’è scritto sui libri di testo, ma capite che tutto quello che state facendo vi servirà, un giorno, per capire quello che vi accade e quello che vi circonda.
Se invece siete quei figli di papà annoiati che a Settembre saranno promossi ad automi allora fottetevi: preferisco i miei clienti impazziti e il mio stress quotidiano alle vostre vite da reality show.
Notte prima degli esami
Antonello Venditti