Quello che non si doveva dire
Quello che non si doveva dire è l’ultimo saggio scritto dal giornalista Enzo Biagi e pubblicato da Rizzoli nel 2006, meno di un anno prima della sua morte.
Non lascia nessun dubbio già dal titolo e dalla copertina: il titolo del libro infatti attraversa come un cerotto bianco la bocca del giornalista. Quello che non si doveva dire è il motivo per cui il giornalista Biagi è stato allontanato dalla RAI nel 2002 con l’Editto di Sofia del dittatore morbido (parole di Montanelli) Silvio Berlusconi. Un giornalista, che oltre ad aver raccontato 50 anni di storia d’Italia dalla RAI e da numerosi giornali nazionali (Resto del Carlino, Corriere della Sera, Il Giornale…) aveva dato il 25 Aprile 1945 l’annuncio via radio della liberazione dal nazifascismo. Un personaggio così.
Biagi non fa altro che raccontarci le trasmissioni de Il Fatto che avrebbe ancora voluto fare se non fosse stato allontanato: ci parla di RAI, dei ragazzi di Locri che in Calabra combattono l’ ‘ndrangheta, di Auditel, dell’informazione nei nuovi teatri di guerra, di fascismo… Sempre con il suo stile sobrio ma tagliente, condito da un’amarezza lasciatagli dall’essere licenziato da un’azienda a cui aveva dato quasi tutta la sua vita (e con raccomandata con ricevuta di ritorno) e dal fatto che ad essergli costato il posto fosse il desiderio dittatoriale di Silvio Berlusconi.
Giusto per rinfrescarvi la memoria, che non fa mai male, il retrocopertina del libro recita questa scritta:
Costituzione della Repubblica Italiana
ART.3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ridateci Biagi. Al suo posto ci hanno messo Giuliano Ferrara. Per dire quanto abbiamo perso.
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