26 Novembre 1972
A Torino vengono distrutte o danneggiate nove auto dei sindacalisti della CISNAL.
Spiega le azioni un comunicato che è anche un capitolo della strategia delle Brigate Rosse:
Schiacciamo i fascisti a Mirafiori e Rivalta! Cacciamoli dalle nostre fabbriche e dai nostri quartieri.
In qualche modo sono stati costretti a passare all’azione, sottolineano i brigatisti:
La prima risposta della FIAT ai primi movimenti di lotta è stata una dichiarazione di guerra: Mirafiori presidiata da massicci e provocatori schieramenti di polizia, trasferimenti, ammonizioni, sospensioni, licenziamenti non si contano più. Così vanno le cose anche in altre fabbriche come la Pininfarina ad esempio e il «clima» generale instaurato dal governo Andreotti-Malagodi è sempre lo stesso anche fuori dalle fabbriche come ha dimostrato la vigliacca aggressione poliziesca di Sabato contro la manifestazione «contro le 600 denunce, contro il fascismo, contro il governo Andreotti».
Si chiedono i Brigatisti:
Dove vogliono arrivare i nostri padroni?
La risposta è nella volontà da parte del potere di instaurare «una nuova dittatura».
Per far fronte a questa situazione è indispensabile creare
un’organizzazione che ci consenta di passare all’azione nella fabbrica e nel quartiere.
Ma i nemici, lamentano le BR, sono molti:
In mezzo a noi e nelle officine, nei reparti, alle linee lavora sotterraneo da molti mesi un esercito di carogne che con i suoi miserabili servizi rende possibile alla FIAT identificare e colpire chi propaganda lo sciopero, chi tira le lotte, chi è alla testa dei cortei, chi fa i picchetti. Chi non conosce gli spioni che nascosti dietro gli angoli o tra i cassoni si segnano i nomi delle avanguardie di lotta? E i guardiani che filmano i cortei, che sbarrano le strade, che aggrediscono i picchetti? Chi non nutre istintivamente un odio profondo per i briganti fascisti del MSI e della CISNAL sempre pronti a provocare, organizzare i crumiri e le squadracce, a vendere al padrone la testa degli operai più combattivi? E quei porci del Sida, della UILMD, delle FEDERACLI, di Iniziativa Sindacale che per una rapida carriera venderebbero anche la madre, chi non ha avuto almeno un’occasione per disprezzarli come si deve? E i nostri capi e «capetti» che progettano, coprono e avallano l’insieme di queste sporche macchinazioni, sono forse da meno? Questi sabotatori e liquidatori dell’unità operaia devono essere senza tante esitazioni duramente colpiti, battuti e dispersi. È con questi piedi che cammina la reazione nelle fabbriche: sono questi i piedi che dobbiamo schiacciare!
Segue l’elenco dei «puniti» con nome, cognome, indirizzo, tipo di macchina e una breve nota. Apre la lista Sergio Romagnoli,
responsabile CISNAL per i metalmeccanici della Val Susa, uno dei capi fascisti di Mirafiori. Fuggito dalla Legione Straniera, ha fatto parte delle squadracce nere di Roma. Già guardia del corpo di «onorevoli» fascisti è ora al servizio diretto del brigante torinese Tullio Abelli (vice segretario nazionale del MSI). Ha guidato azioni squadristiche nel pinerolese. A Marzo, inoltre, in seguito all’aggressione fascista di 8 militanti del PCI che affiggevano manifesti sul caso Rauti, gli sono state trovate in casa delle armi.
Segue Matteo Spinelli,
una carogna che prima razzolava al Lingotto, poi gli operai si sono incazzati e lo hanno fatto filare, ma Agnelli, che come si sa ha un debole per gli spioni, lo ha infilato alle carrozzerie di Mirafiori dove continua imperturbabile la sua azione provocatoria.
Fare carriera politica è l’aspirazione di Nunzio Cortosi,
tant’è che non gli è sembrato per niente ridicolo presentarsi candidato alle ultime elezioni per il consiglio comunale. Nessuno lo ha eletto, ma la lezione non l’ha imparata lo stesso.
Per tutti c’è un appunto graffiante. Nicola Obino:
Uno dei massimi dirigenti della CISNAL e del MSI nella fabbrica, membro della giunta dell’Unione CISNAL. Non perde occasione per vomitare tutto il livore anti-operaio.
Operatore collaudo alle meccaniche, Mario Novarino:
svolge molto attivamente il suo ruolo di provocatore fascista.
E ad Antonio Caruso
cui si deve il licenziamento del compagno Papa.
Michele Tancredi conduce politica attiva:
È dirigente della sede del MSI di Strada del Drosso, 132. Si è presentato alle elezioni comunali di Domenica per il MSI a Carignano.
La 127 di Giuseppe Guicciardino «era nuova»: l’uomo è indicato come
uno dei capi dello squadrismo torinese, direttamente responsabile di molte aggressioni anche a operai della FIAT.
Infine Giuseppe Glorioso:
Ha la memoria corta, infatti tra le cose che non ricorda, c’è anche una gravissima aggressione a militanti del PCI durante la campagna elettorale del ’72.
Conclude il documento:
In seguito a questa azione è stata involontariamente danneggiata anche la 500 dell’operaio Pasquale Di Fede. Rassicuriamo il signor Di Fede che le Brigate Rosse risarciranno interamente il danno.
Il signor Di Fede si rassicura, tanto più che una settimana dopo le bierre gli telefonano per confermare la promessa. In seguito, però, non si fanno più vive. L’operaio, che valutava 470 mila lire l’auto acquistata sette mesi prima, riceve dall’assicurazione 250 mila lire come risarcimento parziale e altre 70 mila da un demolitore cui cede il rottame.
Testi
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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