Il mondo nuovo – Recensione
Il mondo nuovo è un romanzo distopico di Aldous Huxley del 1932 edito da Arnoldo Mondadori Editore. L’edizione letta è del 1991.
Siamo nell’Anno Ford 632 (che corrisponde al nostro 2540). La società è organizzata sui principi della produzione e del capitalismo, compresa la riproduzione, dove i neonati vengono fatti nascere in laboratorio in gravidanze extra-uterine e selezionati in base a rigide regole che permettono di avere le varie classi sociali, in funzione di un ritardo controllato dello sviluppo. Non esiste sovrappopolamento, non esiste disordine, non esiste infelicità. Le varie caste vengono educate con una sorta di ipnosi durante il sonno e l’infelicità viene curata con una droga sintetica simile all’MDMA chiamata Soma. Il Mondo Nuovo sembra essere perfetto, almeno fino a quando John, un errore di contraccezione cresciuto nella Riserva, un territorio recintato e controllato dove sopravvive la societa pre-moderna a scopi di turismo e ricerca), e figlio di due individui del Mondo Nuovo, non ritorna alla civiltà.
Il romanzo è molto interessante e crea numerosi spunti di riflessione sulla società e sul capitalismo. Huxley però è molto lontano dalla costruzione di un mondo come quello di 1984 di Orwell: il suo manca di credibilità, di costruzione, di progettazione. Anche la sua prosa è poco avvincente. Il romanzo, diviso in due parti, comincia con una lunga descrizione dei luoghi dove i nuovi abitanti del mondo nuovo vengono “coltivati”, questi laboratori in cui sembra essere racchiusa l’essenza stessa del governo, per poi spostarsi troppo lentamente in una Londra che è solo abbozzata e a cui manca una vera e propria struttura.
Citazioni da “Il mondo nuovo”
“Questo è segreto della felicità e della virtù: amare ciò che si deve amare”
“Ogni condizionamento mira a ciò: fare in modo che la gente ami la sua inevitabile destinazione sociale”
“La felicità effettiva sembra sempre molto squallida in confronto ai grandi compensi che la miseria trova. E si capisce anche che la stabilità non è neppure emozionante come l’instabilità. E l’essere contenti non ha nulla d’affascinante al paragone di una buona lotta contro la sfortuna, nulla del pittoresco d’una lotta contro la tentazione, o di una fatale sconfitta a causa della passione o del dubbio. La felicità non è mai grandiosa.”
“Dio non è compatibile con le macchine, con la medicina scientifica e con la felicità universale.”
“Non ci indurre in tentazione, dice la nostra preghiera, e a buon motivo, perché quando ala tentazione stuzzica troppo e troppo a lungo, le creature umane in genere cedono.”
“La libertà, come tutti sappiamo, non fiorisce in un paese che sta sempre sul piede di guerra, o che si prepara a combattere. Una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del governo centrale.”
“Sotto la dittatura la Grande Impresa, resa possibile dal progresso tecnologico e dalla conseguente rovina della Piccola Impresa, cade sotto il controllo dello Stato; cioè di un piccolo gruppo di dirigenti politici e militari, di poliziotti, di funzionari che eseguono certi ordini.”
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[…] diverso da “Il mondo nuovo” e da “1984″ è molto meno veloce, c’è molta meno azione. E’ più psicologico, più […]
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