Addio alle armi
Addio alle armi è un romanzo di Ernest Hemingway, pubblicato nel 1929 in inglese ma soltanto nel 1948 in Italia, perchè il regime fascista lo riteneva lesivo all’onore delle Forze Armate Italiane e perché conteneva un marcato antimilitarismo; nonostante questo Fernanda Pivano aveva già diffuso una traduzione “clandestina” nel 1943 (le costò un arresto a Torino).
Il romanzo è un racconto di amore e di guerra (lo stesso titolo, come rivela la Pivano, è ambivalente in inlgese: “Farewell to arms” è sia “Addio alle armi” che “Addio alle braccia”, intendendo quelle dell’amata), per gran parte basato sulle esperienze personali di Hemingway che si arruolò nel Regio Esercito Italiano negli ultimi mesi della guerra come conducente di ambulanze, restando ferito e innamorandosi di un infermiera che lo curava.
Addio alle armi è una bella testimonianza della Prima Guerra Mondiale, ambientato prima, durante e dopo la disfatta di Caporetto, dal punto di vista di un uomo che ci è andato da volontario, e vivendola in prima linea, ne ha capito la barbarie, l’inutilità e la follia.
Citazioni da “Addio alle armi”
“Il fatto che la materia del libro fosse tragica non mi rendeva infelice, perchè ero sicuro che la vita è una tragedia e finisce sempre allo stesso modo”
“Le guerre vengono combattute dalla miglior gente che c’è, in un paese, o diciamo da una media dei suoi abitanti (quantunque avvicinandosi ai luoghi dove si combatte la gente che si incontra è sempre più quella migliore); le dirigono invece, le hanno provocate e iniziate rivalità economiche precise e un certo numero di porci che ne approfittano. Sono convinto che tutta questa genia pronta ad approfittare della guerra dopo aver contribuito alla sua nascita, dovrebbe venir fucilata il giorno stesso che essa incomincia a farlo, da rappresentanti legali della brava gente candidata a combattere”
“C’è una sola differenza, tra andar a letto con una vergine e con una donna vera. Con una vergine si fa fatica”
“-Io non ho paura della pioggia. Non ho paura della pioggia. Oh mio Dio, come vorrei non avere paura! – Si mise a piangere.
La consolai, non pianse più. Ma, fuori, continuava a piovere”“Se perdevano ancora tanti uomini come adesso, gli Alleati tra un anno erano a terra. Disse che eravamo tutti a terra, ma si andava avanti benissimo finché si riusciva a non saperlo. Tutti eravamo a terra, ma si trattava in sostanza di non saperlo. Chi se ne accorgeva per ultimo vinceva la guerra”
“Ci si sente sempre un po’ presi in trappola, dalla vita”
“Mi piacciono due cose sole oltre il lavoro, una è cattiva per il lavoro e l’altra dura mezz’ora, o un quarto d’ora, qualche volta di meno”
“Non viene mai nulla di nuovo per noi. Con quel che abbiamo ci siamo nati, e non impariamo niente. Non viene niente di nuovo per noi”
“E’ una leggenda la saggezza dei vecchi. Non diventano saggi. Diventano solo prudenti.”
“-Sarà un modo nuovo di volerti bene. –
– Oh. Sei bravo. E forse sarò anche bella e mi ritroverai sottile, proprio una donna, e ti innamorerai di me. –
– Diavolo – dissi. – Sono già innamorato abbastanza. Vorresti distruggermi? –
– Sì. Voglio distruggerti. –
– Bene. E’ quel che voglio anch’io. -”“E’ la sorte morire, e non si ha tempo d’imparare il perché; vi buttano nella vita dandovi un mucchio di doveri, e appena siete indifesi vi assassinano gratuitamente”
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