Nexus

Nexus di Henry Miller è la conclusione perfetta della Crocifissione in Rosa. Pubblicato da Mondadori nel 1979 il libro è stato però pubblicato in lingua originale nel 1960.
Fortemente autobiografico, è il racconto degli ultimi mesi di Henry Miller a New York prima di partire per Parigi insieme a June (Mona nel testo).
Si avverte nell’autore la necessità di un mondo diverso, che sia altro dalla meccanica e capitalistica New York nel periodo della Grande Depressione; un mondo fatto di arte, di crescita, di felicità. Di vita. Una vita a cui non si sente destinato, dubitando sempre più delle sue capacità di scrittore, sempre più ossessionato e spaventato dalle difficoltà economiche in cui versa e dei più variegati modi in cui la moglie riesce a farli tirare avanti.
Meno meccanico e cupo di Plexus, è la teorizzazione filosofica dell’arte di Miller. Poco sesso, poche divagazioni. Tanta vita, tanto da imparare.
E se siete aspiranti scrittori, le quasi 2000 pagine della Crocifissione in Rosa, vi faranno prudere le punte delle dita. Come se non poteste fare altro che scrivere.
Miller può piacere o non piacere, ma io ascolterei quello che dice di lui uno dei più grandi scrittori del Novecento:
“La mia opinione è che sia il solo scrittore in prosa che abbia immaginazione e valore, apparso negli ultimi anni tra i popoli di lingua inglese. Anche se si potrebbe obiettare che la mia sia una valutazione eccessiva, bisognerebbe ammettere che Miller è uno scrittore fuori dell’ordinario, a cui val la pena di rivolgersi più a lungo che con un semplice sguardo; dopotutto essendo come scrittore completamente negativo, non costruttivo e amorale, una specie di semplice Jonah, uno che accetta passivamente il male, una sorta di Walt Whitman tra i cadaveri.”
Chi potrebbe mai essere a dire una cosa del genere? George Orwell. Che di immaginazione e valore, direi che se ne intendeva.
Citazioni da Nexus
“Non è poi così terribile passare tutta la vita in prigione… Quando si ha una mente attiva. Quel che è terribile, è fare di se stesso un prigioniero”
“Essere liberi dai legami dell’amore, bruciare come una candela, sciogliersi nell’amore, sciogliersi per amore… Che beatitudine! E’ possibile a creature come noi, che siamo deboli, orgogliosi, vanitosi, invadenti, invidiosi, gelosi, testardi, permalosi? Evidentemente, no. Per noi la corsa affannosa… Nel vuoto della mente. Per noi, la condanna, un’interminabile condanna. Credendo di avere bisogno di amore, smettiamo di dare amore, cessiamo di essere amore”
“Se c’è una suprema differenza tra i vivi e i morti, è che i morti hanno smesso di stupirsi”
“La giustizia sarà servita. Per un milione di uomini scannati come cani, un solo mostro desolato viene messo a morte umanamente”
“Forse bisogna passare a guado fiumi di merda per trovare un seme di realtà”
“Nel mondo dell’uomo, la bellezza è legata alla sofferenza e la sofferenza alla salvezza. In natura ciò non accade”
“Il modo in cui un libro comincia è il modo in cui l’autore cammina o parla, il modo in cui guarda alla vita, il modo in cui prende coraggio o nasconde le sue paure. Alcuni incominciano vedendo ben chiara la fine, altri incominciano alla cieca, ogni riga una silenziosa speranza di arrivare alla riga seguente”
“Rividi in ogni fase e momento della sua penosa debolezza il povero disgraziato ch’ero stato, il mascalzone, addirittura, che aveva tentato così vanamente e ignominiosamente di proteggere il suo miserabile piccolo cuore. Vidi che il cuore non era mai stato spezzato, come immaginavo, ma che, paralizzato dalla paura, si era ristretto fino quasi a scomparire. Vidi che le dolorose ferite che mi avevano stremato, erano state provocate dallo sforzo insensato di impedire che quel cuore rattrappito si spezzasse. Il cuore in se stesso non era mai stato toccato; si era atrofizzato per il disuso”
“Le idee si sbriciolano, come vecchie mura. Il mondo si raggrinzisce, come la pelle di una noce, e gli uomini sono premuti uno contro l’altro, come sacchi bagnati, rugiadosi di paura. Quando i profeti si estinguono, le pietre devono parlare.”
“Ci siamo arresi alla disperazione. L’estasi ha lasciato il posto all’ubriachezza. Un uomo inebriato dalla vita ha visioni, non vede serpenti”
“Per noi dell’Occidente, la parola Genio ha in sé qualcosa di mostruoso. Genio, o colui che non si adatta; genio, colui che viene schiaffeggiato; genio, colui che è perseguitato o tormentato; genio, colui che muore per la strada, in esilio o sul patibolo”
“L’inverno della vita, come qualcuno avrebbe dovuto dire, incomincia con la nascita. Gli anni più duri sono dall’uno al novanta. Poi, va tutto liscio”
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